Londra, Elisabetta in lacrime per la brutalità di Filippo

LONDRA, 2 DIC – Un sodalizio apparentemente perfetto, arrivato qualche giorno fa al giro di boa del 64esimo anniversario: ma dietro la facciata ufficiale del matrimonio della Regina Elisabetta col Principe Filippo ci sarebbe ben piu' di una increspatura. Secondo una nuova biografia della sovrana la giovane Elisabetta fu ''ridotta in lacrime'' dal comportamento ''brutale'' del consorte quando lei non accetto' di prendere il cognome del marito.

Sally Bedell Smith, l'autrice del libro Elisabetta Regina che sara' pubblicato in Gran Bretagna in gennaio, sostiene addirittura che la profonda irritazione del Duca di Edimburgo nei confronti della moglie fu la vera ragione dei dieci anni trascorsi tra la nascita della secondogenita Anna e il terzogenito Andrea: ''Fu il frutto della rabbia di Filippo perche' la Regina aveva respinto il cognome Mountbatten''.

Filippo avrebbe voluto che la famiglia reale fosse conosciuta come Casa di Mountbatten quando nel 1952 Elisabetta sali' al trono. ''Sono l'unico uomo del regno a cui non e' permesso di dare il nome ai figli. Non sono altro che una dannata ameba'', si sarebbe lamentato il Principe con un amico. Era stato Winston Churchill, non una ventata di femminismo ante litteram a indurre Elisabetta a mantenere da sposata il cognome del suo casato, i Windsor. Nel 1960, quando gia' la gravidanza di Andrea era quasi arrivata in porto, la Regina aveva chiesto al premier di allora Harold Macmillan di ''rivedere'' la questione del nome di famiglia che ''era stata una irritazione per il marito fin dal 1952''.

In un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista Vanity Fair la Bedel Smith cita dai diari di Macmillan: ''La regina, come e' comprensibile, desidera solo fare qualcosa che faccia piacere al marito di cui e' disperatamente innamorata. Quel che mi da' fastidio pero' e' l'atteggiamento quasi brutale del principe nei suoi confronti…Non dimentichero' mai quel che mi ha raccontato lei quella domenica sera nella tenuta reale di Sandringham''.

Macmillan aveva quindi incaricato il suo numero due, Rab Butler di studiare la pratica. Butler disse a Macmillan in un telegramma che la Regina era ''determinatissima'' a fare il cambiamento per far piacere a Filippo. Ma in una confidenza a un amico il numero due britannico aveva rivelato che Elisabetta ''aveva versato lacrime'' per questa controversia. Un compromesso alla fine venne raggiunto: i discendenti a cui non spetta il titolo di altezza reale avrebbero potuto essere chiamati Mountbatten-Windsor: cosi' ad esempio Anna, che all'atto del matrimonio firmo' con il doppio cognome il registro nuziale.

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