Ryanair. “Dipendenti italiani tassati all’irlandese”, indagato l’ad O’Leary

Pubblicato il 16 Ottobre 2012 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Ryanair

BERGAMO – “Tassano dipendenti italiani all’irlandese, con contributi quindi molto più bassi”. Con questa accusa la procura di Bergamo ha iscritto nel registro degli indagati Michael O’Leary, amministratore delegato della Ryanair, e il dirigente Juliusz Komorek, suo braccio destro per gli affari legali. Il pubblico ministero Maria Mocciaro contesta loro l’omesso versamento dei contributi per aver assunto a Dublino 220 dipendenti di stanza a Orio al Serio assoggettandoli alla tassazione irlandese, molto più bassa di quella italiana.

Uno stratagemma che, stando ai calcoli dell’Inps e della Dpl (Direzione provinciale del lavoro) di Bergamo, avrebbe comportato un danno all’erario di quasi 12 milioni di euro. Una cifra stimata al ribasso, secondo gli ispettori: l’importo si basa sui nominativi dei dipendenti consegnati da Ryanair.

Ma secondo il database della Polizia di frontiera, dal 2003 al 2010 sarebbero passati dallo scalo bergamasco 900 dipendenti della compagnia irlandese. Quindi l’imponibile “evaso” sarebbe molto più consistente, anche se una parte non potrà più essere riscossa perché destinata a finire in prescrizione.

Come riporta il Corriere della Sera, mentre le altre compagnie aeree estere che hanno una postazione italiana assumono dipendenti secondo regole italiane (come Lufthansa Italia, Air France Italia), Ryanair fa firmare i contratti a Dublino dove la tassazione sugli stipendi è mediamente intorno al 12% mentre da noi è al 37%.

Di fatto, però, i dipendenti Ryanair, pur essendo lavoratori di diritto irlandese, lavorano in Italia, dove vivono usufruendo anche delle prestazioni sanitarie per loro e per le loro famiglie. E qui sta l’altro aspetto finito sotto la lente degli inquirenti, che per ora non fa parte del fascicolo ma è solo oggetto di un’indagine esplorativa della Guardia di finanza di Bergamo. Il dipendente della compagnia aerea chiedeva all’Inps di rilasciare la certificazione del diritto all’assistenza sanitaria (in gergo: il modello A1). Grazie a questo certificato, una hostess Ryanair che ha bisogno di cure all’estero, ottiene assistenza senza sborsare un soldo.