Gran Bretagna, sms e email per consultare il medico: ma non tutti i dottori sono d’accordo

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA

Sms ed e-mail potrebbero sostituire il consulto con il medico di famiglia, almeno per i casi meno gravi. Lo spera il Dipartimento per la Salute inglese, che sta portando avanti alcuni esperimenti per evitare ai medici il tempo, ma soprattutto i soldi, sprecati nelle visite inutili. La proposta, descritta dal Daily Mail, ha già fatto alzare il sopracciglio alle associazioni di medici, che temono che in assenza del contatto diretto medico-paziente possano passare inosservati sintomi anche gravi.

Secondo lo schema pensato dai dirigenti sanitari, in sperimentazione a Dundee, coloro che hanno qualche sintomo non grave dovrebbero inviarne la descrizione al medico via sms o e-mail, aspettando le indicazioni su cosa fare sempre per via elettronica. Se applicato a tutto il paese, spiega uno studio, si risparmierebbe un miliardo di sterline, ma la prospettiva non convince la British Medical Association: “Questo sistema farebbe peggiorare gli standard di cura – afferma l’associazione – e farebbe passare più tempo ai medici davanti al computer che a contatto con i pazienti. Un’infezione toracica potrebbe essere scambiata per una banale tosse”.

Sempre con l’intenzione di far risparmiare tempo ai medici di base il Dipartimento della Salute ha avviato un altro progetto pilota, che coinvolge stavolta alcuni pazienti affetti da malattie croniche come il diabete, che necessitano di controlli periodici di alcuni valori ematici: oltre 6 mila dispositivi per il monitoraggio sono stati distribuiti in Cornovaglia, nel Kent e a East London, e i pazienti sono stati invitati a controllare da soli i propri valori, per poi spedire i risultati al medico via e-mail invece del solito consulto.

Anche in questo caso però le associazioni di medici sono contrarie: “Il metodo migliore per trattare con un paziente è osservarlo di persona – spiega Laurence Buckman, presidente dell’associazione – molti medici hanno paura dei consulti via e-mail”.