MADRID – Un calciatore spagnolo della squadra del Ceuta, Ismael Abdelah, detto Maruja, è stato arrestato e processato per direttissima con l’accusa di aver aiutato un migrante marocchino, con documenti falsi, ad entrare clandestinamente nella penisola iberica sul traghetto che domenica scorsa da Ceuta (enclave spagnola in Marocco) conduceva la squadra ad Algesiras, vicino a Cadice, per la partita di campionato contro il Ricreativo di Huelva B.
A denunciare che qualcosa non andava era stato proprio il tecnico del Ceuta, che aveva notato a bordo del traghetto un uomo sconosciuto con indosso la tuta dei giocatori. Subito si è risaliti ad Abdelah, unico giocatore a non indossare la tuta.
Questi in un primo momento ha provato a giustificarsi dicendo che la tuta gli era stata rubata, ma alla fine ha ammesso tutto. Ha anche confessato di essere stato pagato mille euro dal clandestino, dotato anche di documenti falsi.
Nella mattinata di domenica era stato la stessa società sportiva a dare notizia ai tifosi di aver sospeso Ismael ‘Maruja’ per ragioni “extrasportive”, dopo aver segnalato agli inquirenti il suo presunto coinvolgimento nel traffico. Adesso è venuto fuori il motivo. Il calciatore è stato processato per direttissima e condannato a dieci mesi di carcere, pena sospesa perché incensurato.
Nelle stesse ore sempre a Ceuta la polizia spagnola ha arrestato una persona accusata di reclutare e indottrinare potenziali combattenti per l’Isis. L’uomo arrestato faceva parte di una cellula salafita stabilita nel quartiere di El Principe già parzialmente smantellato nel novembre scorso.
Da quando il governo di Madrid, nel giugno 2015, ha alzato al livello 4, il penultimo, l’allarme terrorismo, la polizia spagnola ha arrestato 158 persone accusate di legami con il terrorismo jihadista.
