Spagna, non mangiate carne di maiale: epidemia di listeriosi, allarme internazionale

Spagna, epidemia record di listeriosi
L’immagine del batterio della Listeria (Ansa)

ROMA – Un decesso e 150 casi confermati, questo il bilancio dell’epidemia di listeriosi che ha portato la Spagna a lanciare l’allarme sanitario internazionale a causa di alcuni lotti di carne suina. Il ministero della Salute spagnolo sta infatti verificando altri 523 contagi sospetti. 

“Per il momento il focolaio è geograficamente circoscritto e non vi sono italiani coinvolti”, osserva Marco Silano, direttore dell’Unità operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss), sottolineando come nel nostro Paese si verifichino “ogni anno circa cinquanta casi di infezione, soprattutto in estate”.

L’epidemia in Spagna

L’epidemia che ha messo in allerta la Spagna è iniziata il 15 agosto nella regione meridionale dell’Andalusia e la sola vittima, finora, è una donna di 90 anni. All’origine, alcuni lotti di carne suina lavorata, venduta con il marchio ‘La Mechá’.

Le autorità hanno chiuso lo stabilimento fornitore e stanno testando tutti i suoi prodotti, mentre gli avvisi sono stati inviati all’Unione europea e all’Organizzazione mondiale della sanità, poiché non è escluso che l’infezione abbia colpito anche alcuni turisti.

La situazione, osserva Silano, “non riguarda l’Italia, dove tra l’altro, da gennaio 2018, abbiamo rafforzato il sistema di allerta per migliorare il monitoraggio dei casi, che a volte passano inosservati”.

Listeriosi, cos’è

La listeria è infatti, “un batterio che, negli adulti sani, provoca una gastroenterite non grave. Può però essere pericoloso per anziani, bimbi, donne incinte o persone con un sistema immunitario debole. In questi casi, la disidratazione può essere particolarmente grave e il batterio può colpire in modo sistemico, provocando sepsi e, come in Spagna, anche la morte”.

Principale veicolo di trasmissione sono gli alimenti contaminati, soprattutto carne e latticini, ma anche verdure, come nel caso del focolaio verificatosi a luglio 2018, che ha provocato 47 contagi e 9 decessi, causato da ortaggi surgelati prodotti nell’Est Europa.

Le regole igieniche per combatterla

“La conservazione in frigo o freezer riduce la carica batterica della listeria ma non uccide il batterio, come invece accade con una cottura sopra i 70 gradi per una decina di secondi”. Per difendersi è importante quindi rispettare precise norme igieniche.

“Oltre a lavare le mani e le superfici che entrano a contatto con i cibi – spiega l’esperto – bisogna cuocere bene gli alimenti e, se non vengono consumati subito, non lasciarli a temperatura ambiente. Una volta riposti in frigo, vanno comunque consumati il prima possibile. Frutta e verdura da mangiare crudi, invece, andrebbero lavate subito prima del consumo, perché l’umidità che resta sulla superficie facilita la proliferazione del batterio”. (fonte Ansa)

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