Cinque mesi trascorsi in carcere con un’accusa infamante, quella di aver ucciso sua moglie. Quindi la liberazione, senza nemmeno le scuse: ci siamo sbagliati, ad uccidere Agneta Westlund, 63 anni, è stato un alce.
Vittima del caso di malagiustizia è un cittadino svedese, Ingemar Westlund. Il 5 settembre 2008, l’uomo e sua moglie si trovavano nei pressi di un bosco nei pressi di Loftahammar, nella Svezia orientale. Agneta uscì per fare una passeggiata e il signor Westlund, non vedendola tornare si mise a cercarla. Dopo diverse ore, però, la trovò morta nel bosco.
Le indagini della polizia svedese puntarono subito su Westlund che venne incarcerato per cinque mesi e quindi rilasciato in attesa del processo. Solo un anno dopo, grazie a nuove indagini, esce fuori la verità: i peli trovati sul corpo della signora Agneta appartenevano ad un alce e non, come inizialmente creduto dagli inquirenti, al cane della coppia.
Ad incubo finito Westlund ha raccontato tutto in una conferenza stampa. La polizia, ovviamente, non è stata invitata.