Svezia, mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici e nei negozi: dietrofront dopo l'aumento di casi di coronavirus Svezia, mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici e nei negozi: dietrofront dopo l'aumento di casi di coronavirus

Svezia, mascherine obbligatorie sui mezzi pubblici e nei negozi: dietrofront dopo l’aumento di casi di coronavirus

La Svezia dopo essere andata in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei e mondiali sull’efficacia delle mascherine, a causa dell’aumento dei contagi fa marcia indietro ed esorta le persone a indossarle sui mezzi pubblici, al lavoro e nei negozi.

Svezia, dietrofront sulle mascherine contro il coronavirus

Il cambio di tendenza arriva mentre la Svezia si prepara a una terza ondata di infezioni da coronavirus e la diffusione di nuove varianti.

Le autorità di molte delle più grandi città della Svezia, compresa Stoccolma, hanno presentato una serie di nuove raccomandazioni.

Includono l’uso costante delle mascherine sui mezzi pubblici – non solo durante le ore di punta – e dovrebbero essere indossate nei negozi e negli uffici.

Svezia verso il lockdown?

La Svezia durante la pandemia finora ha evitato i lockdown ma il governo di centro-sinistra ha preparato il terreno per potenziali e inediti provvedimenti di chiusura.

Le nuove raccomandazioni, saranno in vigore almeno fino al 22 marzo, esortano a lavorare da casa, verrà introdotto l’apprendimento a distanza per alcuni gruppi di studenti, anche universitari.

La Svezia ha sempre negato l’efficacia delle mascherine ma ora è costretta, a causa della diffusione del virus, a rivedere la sua posizione.

Ripresa dei contagi di coronavirus in Svezia

“E’ necessario aumentare l’utilizzo delle mascherine ma sono solo un complemento, la cosa più importante è mantenere il distanziamento sociale”, ha detto Maria Rotzen Ostlund, dichiarazione riportata da Bloomberg.

Anders Tegnell, epidemiologo di Stato il cui piano sanitario è stato ritenuto controverso, ha detto che la Svezia “purtroppo sta vedendo di nuovo una ripresa dei contagi” e aggiunto che la variante segnalata per la prima volta in Gran Bretagna “si è diffusa a un ritmo molto veloce”. 

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