Svizzera, a 324 km/h in autostrada: condannato a 3 anni

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2016 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
Svizzera, a 324 km/h in autostrada: condannato a 3 anni

Svizzera, a 324 km/h in autostrada: condannato a 3 anni

ROMA – Andava a 324 km/h sull’autostrada diretto all’aeroporto. E’ stato condannato a 3 anni, e 6 mesi li passerà dietro le sbarre. Succede non in Italia ma nella vicina Svizzera, protagonista un broker di 31 anni. Ne parla Repubblica:

Immortalato a bordo della sua Bentley mentre correva alla velocità folle di 324 chilometri orari, un uomo d’affari 31 enne di Ginevra è stato condannato dalla giustizia elvetica a 36 mesi di carcere, 6 dei quali dovrà sicuramente trascorrerli dietro le sbarre. L’episodio risale al 2011 e avvenne in una via a scorrimento veloce nei pressi dell’aeroporto di Ginevra. La Bentley, con al volante il giovane, un broker assicurativo, venne fotografata da un Radar, l’equivalente elvetico dell’Autovelox. Immediatamente, per il broker scattò il ritiro della patente e una denuncia all’autorità giudiziaria.

“Non ero io alla guida, in quel momento, ero seduto dietro”, ha tentato di difendersi l’automobilista che, prima di arrendersi ai rigori della legge svizzera sui reati stradali, ha presentato ricorsi fino al Tribunale Federale, la corte suprema elvetica. La quale però ieri ha confermato i 36 mesi di carcere che già erano stati inflitti negli altri gradi di giudizio al broker ginevrino. Il broker era già noto alle forze dell’ordine per essere incappato, in precedenza, in un traffico di Dormicum, una bendoziadepina che viene usata per curare l’insonnia.

La condanna per l’episodio testimonia il rigore della legislazione svizzera contro i pirati della strada. Si chiama “Via sicura”, è in vigore dal 2012 e finora ha appioppato il termine di “pirata della strada” a tutti coloro che, pur senza commettere incidenti, sono stati beccati a superare di 50 km orari i limiti di velocità, sia nelle zone urbane che in autostrada. Nei loro confronti, la legge non lascia grandi spazi interpretativi ai giuidici che pure ha oberato di lavoro: il pugno di ferro si applica e basta, anche nel caso in cui l’imputato, oltre a perdere patente a tempo indeterminato, possa perdere anche il lavoro. Senza considerare che rischia di indebitarsi, per pagare le multe esorbitanti previsti da “Via sicura”.