Terapie cancro: ipertermia non è in lista, cassa Germania non paga

di Francesca Cavaliere
Pubblicato il 24 Dicembre 2012 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA
Rolf Baltus

HEEK (Germania) – I malati terminali di cancro devono fare i conti anche in Germania con la burocrazia della sanità, una macchina che non conosce frontiere e anche in Germania non scherza.

Non scherza nemmeno quando sono i gioco le sofferenze e anche le speranze dei malati terminali di cancro. Così la sanità tedesca non vuole pagare per le cure che non sono nella lista dei trattamenti riservati ai malati di cancro e ora Rolf Baltus, un tedesco di 54 anni, è in causa con la AOK (Allgemeine Ortskrankenkasse ), la cassa malattia locale, perché ora si ritrova con un debito di 100 mila euro spesi per curare la moglie che si era ammalata di cancro e che purtroppo poi è morta lo stesso.

Dopo che le cure chirurgiche e la chemioterapia non avevano provocato nessun miglioramento, la donna, cui il 30 dicembre del 2009 era stata diagnosticata una forma aggressiva di cancro, tenta di curarsi con la ipertermia che in effetti dà risultati positivi dopo due trattamenti, tanto che la malattia sembra non esserci più: purtroppo non è così, e, nonostante nuovi trattamenti con la ipertermia, la moglie di Baltus muore nel febbraio 2012, all’età di 49 anni.

Come riporta il giornale tedesco Bild, la ipertermia, una febbre molto alta indotta artificialmente, che fa sì che il sistema immunitario possa riconoscere meglio le cellule cancerogene grazie al calore, non è però nella lista delle cure rimborsabili dalla cassa malattia che ha quindi negato ilrimborso.

La cassa si è giustificata affermando che “ la signora Baltus ha rifiutato le terapie standard ed ha iniziato un trattamento privato i cui costi non possono essere assunti dalla cassa”.

Il signor Baltus, che si dice disposto ad andare davanti a qualsiasi tribunale, spera che la cassa malattia alla fine debba pagare, in virtù di una nuova legge che è stata messa nel codice di sicurezza sociale su iniziativa del portavoce politico per la salute della Cdu, Jens Spahn.

L’avvocato di Baltus, Annette Himmelmann sostiene che, per i malati terminali che hanno ormai poco tempo da vivere, la cassa debba pagare anche per quei trattamenti che non sono nella lista delle terapie previste.