PARIGI – “Terremoto all’italiana: penne al pomodoro, penne al gratin, lasagne”. Non è una bufala la vignetta di Charlie Hebdo, piuttosto uno scivolone visto che si prende gioco di una tragedia che ha visto 294 vittime nel sisma che ha colpito il Centro Italia la notte del 24 agosto scorso.
Un uomo e una donna ricoperti di sangue e con i vestiti stracciati sono uno accanto all’altra, i volti sono quelli dell’angoscia, a seguire una montagna di cadaveri, di corpi esanimi: un nauseabondo menu tricolore secondo la rappresentazione del settimanale satirico francese.
La vignetta sul terremoto è pubblicata nell’ultima pagina del numero in edicola di Charlie Hebdo, che ha in copertina una vignetta sul “burkini”. Nella stessa ultima pagina della vignetta sul sisma, il drammatico tema della sciagura in Italia viene affrontato in un colonnino con una serie di battute: “Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa che il sisma abbia gridato ‘Allah akbar’ prima di tremare”.
Un passo falso, far ridere per forza non è affatto divertente. Può essere nobile, e pericoloso, quando si sfidano tabù e intimidazioni: nessuno dimentica il tributo di sangue pagato alla libertà d’espressione quando un commando islamista radicale fece strage nella redazione. Errare è umano, rimestare vecchi stereotipi sui mangia-spaghetti stucchevole. Trovare spunti comici in una devastazione che ha cancellato uomini e cose vuol dire ignorare il significato della pietà. Peccato. Tutti in Occidente fummo Charlie Hebdo, oggi in Italia forse lo siamo un po’ meno.
Reazione veemente del sindaco di Amatrice. “Ma come cazzo si fa a fare una vignetta sui morti! Sono sicuro che questa satira sgradevole e imbarazzante non risponde al vero sentimento dei francesi”. Così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha commentato la vignetta pubblicata oggi dal settimanale satirico Charlie Hebdo. “Ben venga l’ironia, ma sulle disgrazie e sui morti non si fa satira – ha aggiunto – e sapremo mostrare come il popolo italiano sia un grande popolo, lo è stato nell’emergenza e lo sarà nella ricostruzione”.