Terremoto in Croazia e in Veneto. Che sta succedendo nell’Adriatico? Ingv: “Non c’è prova di un legame”

Terremoti in Croazia e in provincia di Verona.  La terra, lunedì 28 dicembre ha tremato prima a Hinje in Slovenia poi a Petrinja e Sisak in Croazia.

A queste scosse ne hanno seguite alcune di assestamento prima di quella molto più forte avvenuta la mattina del 29 dicembre sempre a Petrinja.

Scossa di magnitudo 6.4 che, stando alle informazioni diffuse intorno alle 19 dello stesso giorno, ha provocato sette morti e decine di feriti. 

Come se non bastasse, tra le 13:02 e le 15:36 ci sono state tre scosse con magnitudo 3.4, 2.8 e 4.4 in provincia di Verona, con epicentro a circa 2 km dal centro di Salizzole.

In molti hanno subito pensato ad un collegamento provocato magari dalla placca adriatica che comprende il mar Ionio settentrionale, il mare Adriatico, il settore settentrionale ed orientale della penisola italiana, le Alpi meridionali e orientali.

Il nome deriva dal suo settore settentrionale. La placca si è deformata durante l’orogenesi alpina, spiega la pagina di Wikipedia.

Effettivamente tutte le aree interessate dai terremoti di oggi sono collocati in quest’area o nei pressi.

Terremoti Adriatico, Ingv: “Area intorno a Zagabria  fortemente sismica”

Alessandro Amato dell’ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, spiega che “l’area croata intorno a Zagabria è una zona a rischio sismico ben nota come conferma questo terremoto con una magnitudo di 6.4 della scala Richter”.

Amato è stato interpellato dal Corriere della Sera per comprendere se ci sia o meno un legame tra iv vari terremoti.

Amato ha spiegato ancora: “La placca adriatica spinta verso nord innesca faglie nei Balcani i cui effetti oltre a quelli locali disastrosi, si avvertono anche lontano”.

Il terremoto è stato infatti sentito anche ai bordi della placca. La conferma arriva dal fatto che i lampadari hanno oscillato in molte parti d’Italia: dal Friuli Venezia Giulia a Napoli, da Firenze a Milano.

Il motivo lo spiega ancora Amato: “L’ipocentro del sisma a 10 chilometri di profondità ha provocato fratture del suolo verso l’alto che si propagano, come era avvenuto a Norcia”.

“Quello avvenuto è un terremoto di tipo orizzontale perché frutto dello scorrimento di due piani che scivolano fra loro”. 

Alla base di questi fenomeni c’è la spinta verso nord della placca africana contro quella europea. Questa spinta creerebbe terremoti sia in Italia sia nei Balcani. 

“Nessuna prova del legame tra il sisma croato e quello in Veneto” 

Amato spiega ancora che “non abbiamo invece prova di un collegamento con il sisma registrato alle 15.36 nella zona tra Verona a Mantova di magnitudo 4.4 della scala Richter”.

Tuttavia non si può escludere nulla, ma data la lontananza tra i due è difficile vedere un legame”.

Il terremoto avenuto in provincia di Verona dovrebbe trattarsi molto probabilmente di una faglia nuova da cui è emerso un terremoto fortunatamente solo superficiale. 

La conferma arriva anche dal fatto che il Veronese è un’area storicamente abbastanza tranquilla. 

Il più violento terremoto mai registrato risale al 1117 ed ebbe una magnitudo di 7 gradi

Terremoto a Creta magnitudo 5.0

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nella giornata di oggi ha segnalato anche una scossa di terremoto di magnitudo 5.0 in Grecia, precisamente nei pressi dell’isola di Creta.

L’isola, che comunque non fa parte della faglia adriatica, ha tremato alle 9:06 ora italiana (10:06 ora locale).

Secondo i dati provenienti dall’Ingv, l’ipocentro è stato localizzato in mare a 10 km di profondità. L’epicentro si trova precisamente 8 km est-nord-est di Gavdos e 131 km a sud-ovest di Heraklion (fonte: Corriere della Sera, Notizie.it, Wikipedia).

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