The Crown, quarta edizione, dieci episodi datati fra l’uccisione di Lord Mountbatten e la fine della Thatcher. In mezzo, l’infelice storia di Carlo e Diana

The Crown, quarta edizione, dieci episodi datati fra l’uccisione di Lord Mountbatten e la fine della Thatcher. In mezzo, l’infelice storia di Carlo e Diana.

The Crown, la quarta edizione ha suscitato letteralmente un vespaio di polemiche in Gran Bretagna.

Ma per chi conosce un po’ gli inglesi e la storia recente e recentissima sa che la serie di Netflix non è lontana dalla verità.

Se non c’era Margaret Thatcher, starebbero molto peggio dell’Italia. Soffocati dai vincoli dei sindacati (non potevi lavorare se non eri iscritto).

E da un sistema di potere vecchio di mille anni (Guglielmo il Conquistatore, Hastings, 1066) che ancora si perpetua. Grandi giocatori d’azzardo e di lotterie, inefficienti e ubriaconi, erano destinati a fare una brutta fine.

Cosa che la regina Elisabetta II, in una scena finale, riconosce al primo primo ministro donna della storia britannica. Qualcuno ha criticato la performance di Gillian Anderson nel ruolo di Margaret Thatcher.

Contrapponendole l’interpretazione della stessa Thatcher da parte di Meryl Streep nel film The Iron Lady. 

Valutazioni artistiche, che non intaccano il significato politico della quarta stagione di The Crown. Poi c’è la vicenda di Carlo e Diana.

Hanno tenuto la scena per decenni e ancora il fantasma di lei incombe. Due giovani aristocratici, viziati e abbastanza incapaci, lei di tenere il suo posto a tavola, lui nel mondo. Non a caso la madre che non se ne fida, all’età di 94 anni ha detto papale papale che resterà regina fino alla morte.

Ora sono tutti scatenati contro Camilla, amore di una vita e finalmente moglie di Carlo. Moralismo e ipocrisia non accettano che Carlo sia sempre rimasto in contatto, anche se castamente magari, con Camilla, negli anni del suo matrimonio con Diana.

Vi sembra una cosa normale? Corona il quadretto Lord Mountbatten, il cui unico merito probabilmente fu quello di essere zio del principe consorte Filippo. In India fece un disastro. Gli attribuirono la vittoria sui giapponesi in Birmania.

Ma a vincere furono gli americani. Basta leggere qualche racconto di guerra di autori inglesi. Aristocratico arrogante e presuntuoso.

La moglie, la mitica Edwina, che non era da meno nella vanità e nell’arroganza, arrivò a consolarsi, in mezzo a una schiera, con l’architetto dell’indipendenza indiana, Jawahrlal Nehru. Nel primo episodio viene ricordato l’attentato dell’Ira, l’esercito clandestino irlandese.

Lo fecero saltare in aria, nella sua barca, in Irlanda. Erano anni tremendi, dopo secoli di feroce sfruttamento e oppressione da parte inglese e protestante. Dopo la domenica maledetta del 1972 e la strage di cattolici a Londonderry, nell’Irlanda del Nord, seguì un quarto di secolo di terrorismo, repressione, assurda e feroce violenza fra poveracci, i cattolici e la plebe protestante.

Tutto questo fa da sfondo alla quarta serie di The Crown. E anche se ne sapete poco, il messaggio vi arriva forte e chiaro.

Nella polemica, è intervenuto anche un noto giornalista e commentatore tv, Andrew Marr, che ha criticato gli intrecci inaccurati di The Crown sulla famiglia reale definendoli “gravemente iniqui e sadici” e teme che possano danneggiare la monarchia.

Il giudizio di Marr si unisce alla schiera di critici indignati che chiedono che la serie tv di Netflix includa un disclaimer in cui si avverte che molte scene chiave non sono mai accadute o rappresentano un’alterazione della verità.

Marr ha spiegato che la serie è così ben recitata che gli entusiasti spettatori accettano delle trame false come fatti storici. Ad esempio, la serie tv afferma erroneamente che Carlo e Camilla hanno mantenuto la relazione durante il fidanzamento e il matrimonio del principe con Diana.

In realtà, dopo il matrimonio nel 1981 Carlo non ebbe praticamente contatti con Camilla per cinque anni. Così almeno afferma il Daily Mail, bibbia di quella classe media che adora la famiglia reale. Ma Peter Morgan, il creatore di The Crown, la scorsa settimana ha difeso la serie, spiegando:

“A volte si è costretti a rinunciare alla precisione, ma non bisogna mai abbandonare la verità”.

Marr ha detto al The Sun:

“Se avessero annunciato “questo è un dramma, è finzione, è intrattenimento”, avrei detto che è geniale. “Ma quando inizi a dire:

“E’ la verità sulla vita di queste persone, è decisamente ingiusto e abbastanza sadico”.

Ha aggiunto:

“Se fossi un componente della famiglia reale, sarei totalmente inorridito”. Hugo Vickers, uno dei principali storici reali e autore di The Crown Dissected, ha detto che è “assolutamente importante” un disclaimer da mostrare all’inizio di ogni episodio in cui lo spettatore è avvertito che la serie è romanzata.

La quarta stagione di The Crown copre gli anni tra l’assassinio di Lord Mountbatten da parte dell’IRA nel 1979 e la caduta di Margaret Thatcher nel 1990.

Gran parte si concentra sul matrimonio di Carlo a Diana e presunte tensioni nel rapporto tra la regina e la Thatcher. In alcune scene del primo episodio, Lord Mountbatten scrive per avvertire Carlo che rischia di portare “discredito e delusione” alla famiglia.

Il terzo episodio descrive infondatamente la Thatcher che a Balmoral viene umiliata dalla famiglia reale. Lord Fellowes ha contestato il modo in cui The Crown rappresenta la famiglia reale, dicendo:

“Non mi piace molto commentare il lavoro di altre persone … ma in questo caso non posso fare a meno di pensare che i creatori di programmi molto brillanti a volte dimenticano che queste sono persone vere che conducono una vita vera”. (Fonte: Daily Mail)

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