Tribunale Ue: "Stemma sovietico simbolo dispotismo: o a marchio comunitario"

– BRUXELLES, 20 SET – Lo stemma sovietico non puo' essere registrato come marchio comunitario. Lo ha stabilito oggi il Tribunale dell'Unione europea a Lussemburgo.

Nel 2006 la Couture Tech Ltd, una societa' legata alle attivita' internazionali di uno stilista russo, ha presentato all'Ufficio per l'armonizzazione del mercato interno (Uami), una domanda di registrazione come marchio di una raffigurazione esatta dello stemma dell'ex Unione sovietica.

L'ufficio ha respinto la domanda e la societa' ha fatto ricorso al Tribunale dell'Unione europea perche' annullasse la decisione. Ma i giudici Ue hanno dato ragione all'Uami sostenendo che ''la sua registrazione come marchio deve essere negata anche se questo e' contrario all'ordine pubblico e al buon costume soltanto in uno Stato membro''.

L'Uami aveva respinto la domanda facendo riferimento alla normativa e alla prassi amministrativa di alcuni Stati membri, ossia Ungheria, Lettonia e Repubblica Ceca. Per questo aveva considerato che il simbolo della falce e martello con la stella a cinque punte sarebbe stato percepito come ''contrario all'ordine pubblico e al buon costume da una parte rilevante'' delle persone che vivono in quella parte dell'Europa un tempo assoggettata al regime sovietico.

La registrazione di un marchio, spiega oggi il Tribunale nella sua sentenza, deve essere negata ''quando esso e' contrario all'ordine pubblico e al buon costume in una parte dell'Unione e tale parte puo' essere costituita eventualmente da un solo Stato membro''.

Per i giudici Ue, inoltre, le nozioni di ordine pubblico e buon costume devono essere interpretate non solo facendo riferimento ''alle circostanze comuni a tutti gli Stati membri, ma anche prendendo in considerazione le circostanze specifiche degli Stati considerati singolarmente''.

In sostanza, spiega il Tribunale nella sentenza, l'Uami, respingendo la richiesta di registrazione del marchio, non ha commesso errori evidenziando che, in base alla situazione in particolare dell'Ungheria, ''il marchio richiesto era contrario all'ordine pubblico e al buon costume nella percezione del pubblico di riferimento''.

Infatti, precisano ancora i giudici, ai sensi della normativa ungherese, la falce, il martello e la stella rossa a cinque punte sono considerati ''simboli di dispotismo e il loro utilizzo e' contrario all'ordine pubblico''.

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