Tunnel del Monte Bianco: allarme sicurezza. Ingegnere si dimette, polemica

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Il rogo del 24 marzo 1999

Il rogo del Monte Bianco torna a bruciare, a dieci anni di distanza. Dopo due processi e 12 condanne ai responsabili della società che gestiva il tunnel maledetto in cui morirono 39 persone, la polemica sulla sicurezza ritorna.

L’ingegnere Bertrand Lévy protesta e scrive al presidente francese Nicolas Sarkozy. Si dimette da consigliere di amministrazione dell’azienda di gestione, l’Atmb.

Quell’incendio forse poteva essere evitato se la società avesse usato delle misure preventive, se solo avesse fatto più attenzione ai criteri di sicurezza: «C’è una perdita della cultura della sicurezza alla testa della società. C’è stata la rinuncia ad alcune apparecchiature di sicurezza previste nel programma di ricostruzione del tunnel, tra cui il sistema di calcolo in tempo reale delle auto presenti all’interno della struttura».

La furia delle fiamme distrusse quasi per intero il tunnel e la ricostruzione costò 400 milioni, solo cento per la sicurezza. L’ingegnere Lévy diresse l’azienda proprio in quegli anni.

L’allarme sicurezza partito dai vertici non spaventa però il presidente dell’Atmb, Gérard de Pablo, che replica: «Queste dimissioni non hanno fondamento e sono totalmente incomprensibili. La sicurezza è un valore fondamentale della nostra azienda. Una cultura che è ben presente sia in tutti i componenti del Consiglio di amministrazione sia in tutti i nostri collaboratori».

Secondo lui non è stata mai abbassata la guardia in materia di sicurezza, l’azienda se n’è sempre occupata, ora però i pericoli potrebbero verificarsi in futuro, non nell’immediato.

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