ANKARA – La guerriglia tra manifestanti e polizia non si placa in Turchia, dove gli agenti hanno lanciato lacrimogeni contro migliaia di persone ad Ankara. Proprio nella capitale del Paese gli scontri diventano violenti, con piazza Kizalay che dopo piazza Taksim a Istanbul è teatro di lotta. Lacrimogeni e cannoni ad acqua le armi delle forze dell’ordine per disperdere la folla di oltre 5 mila manifestanti non lontano dalla sede dell’ambasciata americana. La protesta chiede le dimissioni del premier turco Recep Tayyip Erdogan.
E’ piazza Taksim, fino all’11 giugno cittadella della gioiosa rivolta degli indignados turchi, ma ora sembra Gaza, o Aleppo, insomma un teatro di vera guerra: esplosioni, incendi, raffiche, grida, gente che corre portando feriti, una nuvola bianca prodotta dai gas che si allarga verso il Bosforo. Il pugno di ferro calato dal ‘sultano’ Recep Tayyip Erdogan sui giovani turchi che da due settimane contestano la sua politica autoritaria e la deriva islamica del paese, non ha messo in ginocchio i contestatori.
Dopo l’intervento duro della mattina dell’11 giugno della polizia per riprendere il controllo della piazza simbolo della rivolta, con un bilancio di 100 feriti di cui 5 gravi, migliaia di oppositori sono confluiti questa sera dopo il lavoro, dopo la scuola, a Taksim per difendere la rivoluzione del velluto turca.
La polizia prima si è ritirata. Poi è tornata ad attaccare. Centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa, spalleggiati da mezzi blindati e dai cannoni ad acqua, hanno investito di nuovo la piazza. Centinaia i candelotti lacrimogeni esplosi. Molti sparati a altezza d’uomo.
Secondo l’associazione medici turca fra i 5mila manifestanti feriti dall’inizio della protesta, 3 sono stati uccisi, i più gravi sono stati colpiti alla testa dai candelotti. Dieci hanno perso la vista. Su Taksim si è combattuto per ore, sotto una nuvola bianca creata dai lacrimogeni. I manifestanti hanno risposto lanciando fuochi d’artificio. Un’auto ha preso fuoco. Altre fiamme hanno illuminato la notte.
La polizia ha preso il controllo del centro della piazza, dove si sono attestati decine di agenti armati di fucili lancia-lacrimogeni. I candelotti partono a raffica. La folla dei manifestanti è tutta attorno alla piazza. Una ragazza in un angolo canta “Bella Ciao”, l’inno della rivolta dei ragazzi di Taksim. Una voce nella nebbia dei lacrimogeni e della violenza nella piazza.