Un’intera famiglia sterminata in Ucraina dai soldati russi, una famiglia che voleva scappare, come tanti, dalla propria città martoriata dalle bombe. Ma la loro fuga, a bordo di un’auto, con i fazzoletti bianchi e la scritta bambini, è finita in morte. Cinque persone tra cui due donne, una nonna, un adolescente e un bimbo di due anni, sterminata dal fuoco russo in un villaggio a est di Kiev. Una tragedia accaduta a metà marzo, durante l’occupazione russa, ma scoperta solo ora che la polizia ucraina sta gradualmente tornando sulle aree lasciate dagli occupanti.
La famiglia sterminata in Ucraina
“L’altro giorno, mentre puliva il territorio, la polizia della regione di Kiev ha trovato l’auto colpita e i cadaveri”, racconta il capo della polizia regionale di Kiev, Andriy Nebitov, che su Facebook pubblica anche le foto e un video girato sul luogo della tragedia. Sulla strada vicino al villaggio di Gavronshchina, poco lontano da Makariv, a ovest di Kiev, c’era l’auto, crivellata di colpi, con gli sportelli divelti, i vetri in frantumi. La tragedia viene ricostruita da Nebitov: “Gli occupanti hanno sparato a una famiglia con un BMP”, un carrarmato di fabbricazione sovietica. “Un bambino di 2 anni, un adolescente e 3 donne sono stati uccisi”, aggiunge.
La tentata fuga e poi la morte
Praticamente un’intera famiglia. Come scrive Enrica Piovan per l’Ansa, le tre donne avevano un’età intorno ai 30, 50 e 70 anni. I due minori, uno di due anni e uno di 14, sono morti sul colpo. L’uomo al volante, probabilmente il padre, è invece riuscito a sopravvivere: è stato ricoverato in ospedale con ferite gravi. Stavano cercando di scappare dal loro villaggio occupato dai russi. Sull’auto avevano fazzoletti bianchi e la scritta ‘bambini’. Non è bastato a fermare il fuoco russo. Ora resta la carcassa dell’auto, la carrozzeria crivellata di colpi, i vetri infranti, a terra la scarpina di un bimbo, una felpa azzurra sullo sportello divelto, tra i sedili un passeggino. In un campo transennato dalla polizia, si vede nel video, i corpi a terra, uno accanto all’altro. “Questo – denuncia Nebitov – è un altro omicidio di massa da parte di militari russi”.