BUDAPEST – I migranti continuano ad arrivare in Ungheria: fermati alle frontiere dalla polizia del governo xenofobo di Viktor Orban, sfondano le linee formate dagli agenti al confine con la Serbia e marciano verso Budapest. Nulla li ha fermati, nemmeno quel muro che muro non è, ma “solo” una recinzione di fil di ferro alta quattro metri e lunga 175.
Avrebbe dovuto essere un muro vero e proprio entro agosto, aveva annunciato Orban. Ma non c’è riuscito. E la lentezza nei lavori è costata la poltrona al ministro della Difesa ungherese, Csaba Hende, che è stato costretto alle dimissioni. A rimpiazzarlo è arrivato colui che finora era responsabile dello sport, Istvan Simicsko.
Orban non deflette dalla propria politica di respingimenti. Se i migranti vengono fatti entrare e messi sui treni, ha chiarito lui stesso in un’intervista concessa alla tv austriaca, è per fare loro raggiungere “gli alti livelli economici e sociali della Germania”, tanto che da domenica i migranti che arrivano alle stazioni di confine vengono ammessi sui treni diretti a Vienna e Monaco anche senza biglietto.
Sono oltre 5.200 i migranti arrivati in Ungheria negli ultimi tre giorni. Tanti, ma nulla rispetto a quello che l’Onu prevede per l’Europa: si parla, infatti, di “almeno quattro milioni di profughi pronti a partire e arrivare in Europa se la comunità internazionale non fornirà sostegno e aiuti ai tre Paesi confinanti con la Siria in cui ora vivono, ovvero Giordania, Libano e Turchia.
(Foto Lapresse)