ROMA – I ricercatori italiani guadagnano (in media) un quinto rispetto a quelli olandesi. In Italia quelli che lavorano con l‘università percepiscono in media 14.400 dollari l’anno. In Olanda 73mila. In Corea del Sud addirittura 93mila. E poi si parla di “fuga dei cervelli“…
La situazione dei ricercatori di casa nostra è divisa tra quelli che dipendono dall’università e quelli che lavorano per gli enti di ricerca (magari privati), come spiega Leonard Berberi sul Corriere della Sera:
«Anche all’interno del nostro Paese bisogna fare una distinzione tra ricercatori dell’università e quelli degli enti di ricerca» chiarisce Marina Camusso che segue il settore per conto della Flc-Cgil. I primi – secondo i calcoli di Anna Laura Trombetti e Alberto Stanchi – possono contare su una retribuzione lorda mensile iniziale di 1.705 euro che a fine carriera sale a 5.544 euro
Berberi fa i conti in tasca a ricercatori di varie nazioni. Il confronto tra l’Italia e gli altri è impietoso:
Se in Corea del Sud uno scienziato ha un «valore» di quasi 93 mila dollari, in Olanda si aggira attorno ai 73 mila e in Belgio sfiora i 64 mila. Bisogna arrivare al 24° posto per trovare l’Italia: qui l’asticella si ferma a 14.400 dollari, Cioè undicimila euro.
Berberi cita l’esempio di una ricercatrice famosa, la neo senatrice a vita Elena Cattaneo:
Da ricercatrice «guadagnavo 3.300 euro al mese» ha raccontato (da parlamentare prenderà circa 12 mila). «Comunque un salario “onorevole”: i miei colleghi italiani percepiscono in media 1.600-1.700 euro al mese. All’estero le offerte sono cinque volte tanto».
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