GINEVRA – Uccisa a sprangate dall’uomo che ha tentato di rubarle la borsa. E’ morta così, a soli 29 anni, Valentina Tarallo, ricercatrice torinese a Ginevra, in Svizzera.
La sera di lunedì 11 aprile intorno alle 23:3o la giovane donna si trovava non lontano dall’ospedale universitario, dove frequentava un dottorato alla facoltà di Medicina per la ricerca sulle malattie rare. Ad un certo punto un uomo, alto e di colore secondo i racconti dei testimoni, ha tentato di strapparle la borsa. Lei ha opposto resistenza e lui l’ha aggredita con una spranga che aveva con sé, prendendola a botte fino ad ucciderla.
Alcuni testimoni hanno raccontato a 20Minutes:
“L’ho vista per terra, che perdeva molto sangue. Accanto a lei si trovava una sbarra in ferro lunga 60-70 centimetri, probabilmente l’arma con cui è stata ridotta in fin di vita”.
Scrive il quotidiano La Repubblica:
Un altro inquilino dello stesso stabile del testimone parla di “urla agghiaccianti” e di “un rumore sordo di colpi”. Giunta sul posto un’ambulanza, per circa mezz’ora il personale sanitario ha tentato di rianimare la vittima che è purtroppo deceduta. Pare che la 29 enne frequentasse la facoltà di medicina e che si trovasse nei pressi dell’ospedale, dove è stata aggredita, al termine di una giornata di stage nel nosocomio. “La zona dove è stata aggredita quella giovane – spiega Mauro Poggia, ministro responsabile degli Affari sociali del Canton Ginevra – non è per nulla pericolosa”. E Ginevra, vista l’aggressione mortale di ieri sera si può definire una città sicura? “Molto più di qualche anno fa, a parte alcuni episodi di violenza famigliare”. Poggia, che appartiene al Mouvement Citoyen Genevois, sorta di lega ginevrina, invita a non calcare la mano con l’origine africana dell’omicida. “Non vorrei si pensasse sia un migrante. Andiamoci piano”.