I vampiri esistono? In Germania ce ne sono mille. E bevono sangue (ma di donatori volontari)

I vampiri esistono? In Germania ce ne sono mille. E bevono sangue (ma di donatori volontari) (foto Ansa)
I vampiri esistono? In Germania ce ne sono mille. E bevono sangue (ma di donatori volontari) (foto Ansa)

ROMA – Vampiri in Germania? Ce ne sono circa mille, secondo un criminologo tedesco. Però bevono sangue caldo, non sangue dei morti, precisa. Va oltre, invece, l’ultimo episodio della serie Bremen Crime Scene, Scena del Crimine: Brema, intitolato Blut, Sangue.

L’ipotesi su cui si sviluppa il film è che una ragazza sia stata uccisa, dissanguata, da un vampiro. Bremen Crime Scene è una delle serie tv più longeve. Affiancata dal commissario Nils Stedefreund (Oliver Mommsen, 49 anni), la protagonista femminile, il commissario capo Inga Lürsen (interpretata da Sabine Postel, oggi 64enne), è in servizio dal 1997. Sotto una dura corazza batte un cuore tenero, vuole salvare il mondo, con la sua determinazione e il forte istinto investigativo, non si ferma fino a quando il caso non è risolto. Stedefreund ha lavorato con il commissario capo Lürsen dal 2001.

A differenza della stoica collega, Stedefreund di solito si precipita a capo delle indagini. Con la franchezza tipica della Germania del nord e il suo senso dell’umorismo, a volte può fare il passo più lungo della gamba. Nell’episodio intitolato Blut, il grande sospetto è un (presunto) vampiro e i commissari Lürsen e Stedefreund (Oliver seguono la pista del vampirismo. Il quotidiano telesco BILD ha intervistato il biologo forense Mark Benecke che per venti anni ha lavorato in qualità di esperto. Alla domanda se è a conoscenza di casi in cui le persone siano state aggredite dai vampiri, Mark Benecke risponde con fermezza:

“Non ne conosco nemmeno uno e sull’argomento ho cercato di reperire tutte le relazioni, per cui conosco sia l’aspetto clinico che quello criminale”. Tuttavia, aggiunge “ci sono persone che si definiscono “autentici vampiri”. In Germania, questa subcultura (detta anche vampirismo) ha circa 1000 seguaci, alcuni bevono anche sangue, ma non di persone o animali morti, bensì di donatori volontari”. “C’è da aver paura di queste persone”? Secondo Benecke “No. All’interno della subcultura tutto avviene di comune accordo, non ci sono sorprese, qualsiasi cosa viene discussa”.

“Più volte è stato detto che le persone abbiano trovato prove di veri vampiri. Per secoli sono state aperte tombe in cui i corpi riportavano “segni dei vampiri”, i parenti spesso sulla bocca scoprivano del sangue.. In realtà, erano liquidi dovuti alla decomposizione. Ci sono persone magre che una volta sepolte aumentano di volume: ciò è dovuto ai batteri che producono gas. Abbiamo scoperto anche uomini con delle erezioni ma causate da gas della decomposizione”. Il caso affrontato dall’episodio Blut ha inizio quando due giovani donne tornano a casa dopo una serata tra amiche. Si salutano, poco dopo una muore e l’altra scompare.

Sul cadavere trovano profonde ferite causate da un morso nel collo. Inga Lürsen e Stedefreund sospettano che sia stata aggredita da un animale aggressivo. Tuttavia, quando trovano la ragazza sopravissuta, racconta ancora traumatizzata di un “vampiro” che sembra abbia ucciso l’amica. Benché visibilmente sorpresa dalla teoria secondo la quale un essere umano succhia sangue da altre persone, Lürsen cerca di trovare una logica. Stedefreund, segue le orme dei miti sui vampiri ed entra sempre più nella conoscenza del vampirismo al punto che non distingue più realtà e finzione. Lo spettatore, dopo pochi minuti di filmato, sa già che il presunto vampiro è una giovane donna. A poco a poco si rende conto del perché si considera una vampira, ha sete di sangue e morde in modo mortale la gola delle persone. Nora soffre di allergia al sole da quando era piccola, i raggi solari le provocano gravi ustioni. Per anni Nora ha pensato di vivere come una vampira, il che spiega il desiderio di sangue ma tra le vittime cerca anche un potenziale partner così che continui la successione dei vampiri.

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