Wikileaks, Assange cambia idea sul libro di memorie

LONDRA – Il contratto milionario stipulato da Julian Assange per un libro di memorie è finito su un binario morto: l'australiano avrebbe cambiato idea, scrive oggi il Guardian, preoccupato che le rivelazioni contenute nel volume possano offrire munizioni a chi negli Stati Uniti non vede l'ora di chiederne l'estradizione.

Il capo di Wikileaks aveva firmato in dicembre un'intesa per un'autobiografia con la casa editrice scozzese Canongate e l'americana Alfred A. Knopf per 930 mila sterline, 1,2 milioni di euro.

I diritti del libro erano stati successivamente venduti a 35 paesi: in Italia sarebbe dovuto uscire da Feltrinelli.

All'epoca Assange aveva auspicato che il libro, la cui data di pubblicazione era stata inizialmente fissata a marzo, sarebbe diventato non solo un bestseller, ma anche ''il manifesto unificante per la nostra generazione''.

L'australiano, da dicembre agli arresti domiciliari nella villa di campagna del suo angelo custode, il fondatore del Frontline Club Vaughn Smith, avrebbe voluto usare i proventi del volume per pagare le sue spese legali in Gran Bretagna dove a giorni e' attesa una decisione sulla sua estradizione in Svezia per reati sessuali.

''Ma il contratto e' finito su un binario morto, almeno nella sua forma attuale'', ha appreso il Guardian: il quarantenne Assange avrebbe espresso agli editori la preoccupazione che il volume, scritto con l'aiuto del ghostwriter Andrew O'Hagan, avrebbe potuto offrire alla magistratura americana preziosi elementi per chiederne l'estradizione.

Una portavoce di Canongate si e' rifiutata di fare commenti fino alla prossima settimana quando, il 12 luglio, Assange comparira' in tribunale a Londra, ma ha aggiunto che ''il contratto e' vivo e vegeto, con 35 editori nel mondo, ansiosi di pubblicare il libro''. Non e' chiaro quindi se Canongate stia cercando di convincere Assange a fare marcia indietro, o se il materiale raccolto finora permette alla casa editrice di procedere senza il coinvolgimento dell'interessato.

Assange aveva espresso la sua insoddisfazione sul libro di memorie subito dopo essersi impegnato: ''Ho speso 200 mila sterline in spese legali e devo difendermi''. Di recente l'australiano ha cambiato avvocati, abbandonando il legale che lo ha rappresentato finora, Mark Stephens, senza pagare il conto.

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