Wikileaks: nella bufera il governatore della banca d’Inghilterra

Pubblicato il 1 Dicembre 2010 - 20:36 OLTRE 6 MESI FA

Julian Assange

”Inesperti”, ”non sufficientemente profondi”, inclini a valutare le azioni da intraprendere attraverso il solo metro della ”ricaduta elettorale”. Il premier David Cameron e George Osborne, il cancelliere dello Scacchiere, non escono per niente bene dall’ultima infornata di dispacci diplomatici Usa pubblicati in Gran Bretagna. A bacchettar loro le mani è infatti Mervyn King, il governatore della Banca d’Inghilterra. Che, a colloquio con l’ambasciatore americano Louis Susman, si era detto preoccupato per la mancanza di dettagli del piano anti-crisi messo a punto dal direttivo Tory, all’epoca alle porte della campagna elettorale. Commenti che oggi si sono rivelati un boomerang per il governatore della Bank of England, accusato di aver tradito il suo ruolo di osservatore imparziale.

”La sua sete di potere gli ha annebbiato la capacita’ di giudizio una volta di troppo”, ha tuonato David Blanchflower, rispettato economista ed ex membro della commissione monetaria della Banca d’Inghilterra. ”King – ha proseguito Blanchflower – è una persona brillante e su questo punto non ci sono dubbi. Ma ha commesso l’imperdonabile peccato di compromettere l’indipendenza dell Banca. Gli si richiede di essere neutrale quando si viene alla politica ma questi documenti mostrano il contrario. La sua posizione è diventata insostenibile. King deve rassegnare le dimissioni”.

In un passaggio del dispaccio, datato 17 febbraio 2010, si apprende infatti che King ha espresso ”grande preoccupazione” per la mancanza di esperienza di Cameron. Sia l’attuale premier che il suo ministro delle Finanze sembravano ”non aver del tutto compreso le pressioni a cui saranno sottoposti da più parti quando inizieranno a tagliare la spesa pubblica”.

”Centinaia di funzionari – spiega King a Susman – faranno appello perché ogni rispettivo budget non venga tagliato”. Situazione che sembra poi cozzare con l’organigramma del potere favorito dai futuri signori di Westminster. ”Cameron e Osborne – nota il governatore – contano su pochi consulenti e non sembrano interessati a guardare oltre al loro ristretto circolo”. La sensazione, dunque, è che King abbia esercitato delle pressioni sui giovani leader del partito Conservatore per ottenere un forte impegno nella riduzione del deficit, da lui stesso definito ”la sfida numero uno del partito vittorioso alle elezioni”.

Secondo Blanchflower, infatti, le pressioni esercitate da King avrebbero avuto l’effetto di dar vita a un piano anti-crisi molto più drastico di quanto lasciato intendere in campagna elettorale. Il governatore avrebbe insomma ‘tifato’ un po’ troppo per i Conservatori una volta stabilita la loro disponibilita’ a rinforzare il piano taglia deficit. Laconico il commento diramato oggi dalla Banca d’Inghilterra: ”il governatore – ha detto un portavoce – ha un’ottima relazione di lavoro sia con il Cancelliere che con il Premier”.