“Alle tre del pomeriggio ho iniziato un difficile intervento all’addome. Ho operato fino alle otto, l’operazione non era finita, ma il mio turno sì”, racconta il chirurgo croato, chiedendo l’anonimato. “Dato che non mi pagano più straordinari – spiega – sono uscito dalla sala operatoria e ho consegnato il paziente a un collega, appena arrivato al lavoro, che ha finito l’intervento dopo altre tre ore”.
Il giornale scrive che questo non è l’unico caso simile avvenuto nelle scorse settimane nel più grande centro ospedaliero in Croazia, la Kbc Zagreb. La ragione del gesto, giudicato non-etico dalla stampa ma anche dall’albo dei medici croati (Hlk), è il nuovo contratto di lavoro che ha introdotto negli ospedali i turni, permettendo al massimo 180 ore di straordinari. Secondo il sindacato della sanità pubblica i medici si sono visti diminuire gli stipendi di circa un terzo, calcolo che il ministero contraddice, spiegando che si tratta solo di una più giusta e razionale organizzazione del lavoro.
Secondo alcuni esperti, questo tipo di protesta non è etico e potrebbe mettere a repentaglio la vita o la salute dei pazienti. “I medici non sono tecnici meccanici che in qualsiasi momento possono interrompere il proprio lavoro”, afferma il presidente dell’albo dei medici, Hrvoje Minigo, comunque molto critico verso le nuove regole imposte dal ministero