Processo a Tartaglia, i pm: “Va assolto per incapacità, non è imputabile”
Per il pm di Milano Massimo Tartaglia, l’uomo che aggredì Silvio Berlusconi colpendolo al volto con una statuetta mentre teneva un comizio in Piazza Duomo il 13 dicembre scorso, non è imputabile in quanto incapace di intendere e di volere. Lo ha dichiarato lo stesso pubblico ministero in apertura del processo a Milano.
Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha quindi chiesto l’assoluzione perchè il fatto è stato commesso da persona non imputabile per incapacità di intendere e volere al momento del fatto. Oltre all’assoluzione Spataro ha chiesto al gup Luisa Savoia, davanti alla quale si svolge il processo con rito immediato, l’applicazione di una misura di sicurezza: in via principale, questa consiste in un anno di ricovero presso la stessa comunità terapeutica in cui attualmente si trova l’imputato; in via subordinata, cioè qualora il gup non dovesse ritenere adeguata questa misura, ha chiesto la libertà vigilata per un anno, sempre con la permanenza nella stessa comunità terapeutica.
I legali dell’imputato hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito in quanto incapace di intendere e volere e la concessione della libertà perchè non lo ritengono, come ha invece attestato la perizia, socialmente pericoloso.
Secondo i due psichiatri, Antonio Marigliano e Fiorella Gazzale, incaricati dal gup di Milano, Luisa Savoia, di effettuare la perizia su Massimo Tartaglia, l’uomo al momento del fatto era incapace di intendere e di volere. Dell’esito del lavoro peritale verrà tenuto conto nella discussione processuale e probabilmente anche dal giudice nella sua decisione.
Non è escluso infatti che Tartaglia possa essere assolto perchè non imputabile a causa della sua infermità mentale all’epoca dei fatti, anche se dovrà probabilmente essere comunque disposta una misura di sicurezza, in quanto dichiarato socialmente pericoloso.