Adozioni pagate care e mai arrivate, a Torino inchiesta sulla Onlus Enzo B.

Adozioni pagate care e mai arrivate, a Torino inchiesta sulla Onlus Enzo B.
Adozioni pagate care e mai arrivate, a Torino inchiesta sulla Onlus Enzo B. Nella foto: Stefano Bernardi, leader della onlus

Per una adozione mai arrivata, hanno pagato caro il sogno di diventare genitori molti, forse tutti quelli che si sono affidati alle cure di Enzo B. un ente specializzato nella agevolazione delle adozioni internazionali, fondato a Torino nel 2004. È accusato da decine di famiglie, riferisce Ottavia Giustetti su Repubblica, di aver messo in piedi un colossale inganno, “che va avanti almeno dal 2011″.

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto di una famiglia, ma sono più di cento le coppie che desideravano adottare e che raccontano di aver affidato incarichi alla onlus torinese per offrire una casa a bimbi orfani dell’Etiopia. A tutti sono stati chiesti contributi in anticipo per cifre che vanno da 3.750 euro, per giornate di formazione, fino a ventiimila euro. Senza, in cambio, ricevere alcun servizio. E soprattutto senza concludere mai l’adozione”.

Il pm Nicoletta Quaglino coordina l’indagine sul caso di una coppia di Torino, che ha dato l’incarico per l’Etiopia nel 2011 e in cinque anni non ha avuto alcun servzio, e tantomento il bambino. Ha deciso di presentare un esposto in procura dopo che per anni ha chiesto inutilmente spiegazioni. Da Enzo B ha ricevuto solo rifiuti. Nessuno ha mai spiegato neppure come fossero stati impiegati gli 11 mila euro pagati per quell’incarico.

Molte altre coppie dell’associazione sono pronte ad accodarsi se l’inchiesta, come sperano, dovesse decollare.

Al centro dell’inchiesta, la onlus Enzo B., fondata da Stefano Bernardi e Cristina Nespoli, nel 2004.

Chi sia Stefano Bernardi lo descrive Ottavia Giustetti, definendolo “il camaleonte delle cooperative bianche, anima del privato sociale vicino alla sinistra cattolica”.

“Vicino a personaggi politici di lungo corso, circondato da una corte di collaboratori, affiancato da una spalla brillante e vulcanica, la moglie Cristina Nespoli, Bernardi sin dagli anni ’90 è stato uno degli imprenditori più in vistadella città. Lambito da inchieste penali scoppiate tutte come bolle di sapone, era l’uomo che cadeva sempre in piedi, sempre ben introdotto negli ambienti che contano. Svelto a intercettare ogni nuova chance di ricevere finanziamenti, Bernardi ha ricevuto milioni di euro di denaro pubblico.

Di volta in volta è stato albergatore per disabili con la cooperativa L’Altra Idea, esperto di recupero dei tossicodipendenti con il centro Stranaidea, impresario dei cimiteri con Ics (indagato con il sindaco Sergio Chiamparino ma poi prosciolto per lo scandalo delle esumazioni), intrattenitore turistico con l’associazione di promozione Vov 104 che ha installato la mongolfiera a Porta Palazzo, concessionario di mercati di frutta e verdura a chilometri zero con Vov 102, allevatore di cavalli per l’ippoterapia con Enzo B, a un certo punto ha persino comprato un cascinale con parco nel cuore di Mirafiori, ipotizzando di realizzare lì il campeggio di Torino”.

Ma dal 2004 Enzo B è soprattutto pioniere delle adozioni internazionali in Africa. Quella delle adozioni è l’avventura della vita per Bernardi. È andata avanti per vent’anni.

“Ma a un certo punto è accaduto: i personaggi politici hanno iniziato a prendere le distanze, i soci fraterni lo hanno allontanato, il Comune lo ha sfrattato dalla sede storica a Mirafiori, la Regione gli ha intimato di restituire un finanziamento da 730 mila euro quando si è accorta che Bernardi l’aveva ottenuto come Onlus ma lo stava usando come società a scopo di lucro. Un improvviso colpo di vento ha buttato per aria il castello di carte.

Il risultato è che decine di famiglie che avevano affidato a Enzo B l’incarico di adottare, versando in anticipo migliaia di euro, oggi bussano a una porta cui non risponde più nessuno. Il telefono squilla a vuoto. Le lettere degli avvocati sono respinte al mittente.

 

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