Uccide il figlio con una corda: “Sempre ubriaco, picchiava le mie nipotine”

PALERMO – Uccide il figlio strangolandolo con una corda. Poi confessa tutto ai carabinieri, dicendo che il figlio maltrattava le nipotine e gli rendeva la vita impossibile con continue richieste di soldi. Antonino Alù, 61 anni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario per la morte del figlio Giuseppe, 41 anni, che si trovava agli arresti domiciliari perché coinvolto in una indagine sullo spaccio di droga alle Madonie.

L’omicidio è avvenuto nel pomeriggio di sabato 18 febbraio ad Alimena, in provincia di Palermo. Dopo un lungo interrogatorio Antonino Alù ha ceduto e ha confessato tutto agli investigatori. Ha parlato di un figlio con il vizio dell’alcol, che per questo diventava violento anche con le figlie.

Secondo quanto scrive Palermo Today, 

Giuseppe Alù, allontanatosi dalla moglie emigrata poi al Nord Italia, aveva sulle spalle diverse denunce per percosse.

Sabato, scrive il quotidiano online, Giuseppe era uscito per festeggiare la fine degli arresti domiciliari.

Era andato uno dei bar del paese per festeggiare la notizia con qualche birra. Dopo aver alzato il gomito sarebbe rientrato a casa, intorno all’ora di pranzo a casa, quando – per cause da accertare – avrebbe iniziato ad alzare la voce e a picchiare le figlie. “Pare che – spiega ancora il sindaco – fosse rientrato a pranzo già ubriaco. Purtroppo ricordiamo altri episodi simili. Quando non beveva si dava da fare con vari lavoretti, ma quando beveva diventava pericoloso”.

 

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