A Lampedusa arriva una ragazza olandese: “Aiutatemi, cerco mio marito”

LAMPEDUSA – ”Fatemi entrare, voglio abbracciare mio marito”. Capelli biondi, giovane, carina, tratti nordici, incinta, quando Winnie, una ragazza olandese di 23 anni, ha bussato al portone del centro di prima accoglienza di Lampedusa con questa insolita richiesta gli agenti di servizio sono rimasti interdetti. E invece era tutto vero: la giovane cercava Nizar, anche lui 23 anni, il tunisino sbarcato a Lampedusa due volte nel giro di due settimane che aveva detto di essere disposto a tutto pur di raggiungere la moglie. I due ragazzi si erano conosciuti un anno fa nell’isola di Kos, in Grecia: Nizar faceva l’animatore turistico, Winnie era in vacanza. E’ stato amore a prima vista, seguito da un matrimonio lampo, celebrato sull’isola, il 26 settembre scorso.

Poi la coppia si e’ trasferita in Tunisia. Quando sono scoppiati i primi disordini, Winnie e’ stato costretta a lasciare il paese mentre il marito e’ rimasto bloccato: ”Non preoccuparti ti raggiungo”, l’ha rassicurata. Ma la crisi in Nord Africa e la chiusura delle frontiere in Europa hanno reso tutto molto piu’ difficile. Solo oggi la giovane olandese, che e’ al sesto mese di gravidanza, ha potuto finalmente riabbracciare il suo compagno. Dopo attimi di comprensibile commozione, la donna ha consegnato ai funzionari dell’ufficio immigrazione della Questura di Agrigento il certificato di matrimonio e tutta la documentazione necessaria, visto che il tunisino rischia di essere rimpatriato per la seconda volta in meno di un mese. Nizar era infatti approdato a Lampedusa dopo l’accordo bilaterale firmato il 5 aprile scorso dai governi dei due paesi che gli era gia’ costato un primo rimpatrio. Il giovane non si era pero’ perso d’animo e una volta in Tunisia era tornato nuovamente a Sfax per imbarcarsi su un altro barcone. ”Possono rimandarmi indietro cento volte, io continuero’ a tentare. Voglio raggiungere mia moglie e nessuno riuscira’ a impedirmelo”, aveva dichiarato subito dopo il suo secondo sbarco. ”Ho il diritto di vivere con lei e con il figlio che dovra’ nascere: non c’e’ nessuna norma ne’ accordo internazionale che potra’ convincermi del contrario”. Una storia d’amore in chiave multietnica contrastata da leggi e carte bollate. Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, non nasconde qualche perplessita’. ”Sulla base di questi presupposti – osserva – il ragazzo poteva chiedere direttamente il visto per l’Olanda e raggiungere la moglie dal suo paese d’origine. Non capisco perche’ abbia scelto la strada piu’ rischiosa e difficile come quella della traversata del Mediterraneo con i barconi per raggiungere la famiglia”. Ma e’ la stessa Winnie a spiegare che le autorita’ olandesi avevano negato il visto al marito perche’ chiedevano garanzie circa il reddito e l’occupazione. ”Ma questa volta – assicura – nessuno riuscira’ a separarci”.

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