A pensionato un finto bancario al telefono sfila 6mila euro in 8 secondi: la banca vera rifiuta di rimborsarlo

A pensionato finto bancario al telefono sfila 6mila euro in 8 secondi. Gli hanno prelevato quasi seimila euro da carta di credito e prepagata in meno di dieci secondi: il pensionato, ex bancario, ha subito allertato la banca che però, al dunque, si è rifiutata di rimborsarlo. “E’ colpa tua” gli hanno detto, solo tu potevi dargli i codici. 

A pensionato finto bancario al telefono sfila 6mila euro in 8 secondi

Di questa disavventura finanziaria, una vera e propria truffa online ormai all’ordine del giorno e nella quale possiamo incappare tutti, ne ha parlato pubblicamente l’Adiconsum Cisl Emilia Centrale, l’associazione per la tutela dei consumatori promossa dalla Cisl che opera su Reggio e Modena cui si è rivolto il pensionato.

Un caso di scuola, che comincia male e finisce peggio. 

“L’episodio risale al 14 febbraio scorso, un paio di settimane prima della cosiddetta ‘truffa dell’sms’ che ha colpito alcune centinata di persone sul territorio – spiega la responsabile Adiconsum Emilia Centrale Adele Chiara Cangini –. Il nostro assistito è stato contattato telefonicamente da una persona che, qualificandosi come dipendente della sua banca, gli ha chiesto conferma dei codici e numeri delle carte di debito e credito, effettivamente corretti. Mentre il truffatore lo intratteneva nella conversazione telefonica, al nostro assistito arrivavano sms di conferma di autorizzazione al prelievo, ai quali però l’uomo non dava conferma cliccando il link ricevuto”.

La truffa dell’sms

“Pochi minuti dopo la conclusione della telefonata, – continua Cangini – un addetto della direzione ufficio frodi della sua banca (questa volta vero) ha informato il nostro associato che qualcuno stava tentando di prelevare denaro dal suo conto corrente. Il giorno successivo la filiale della banca presso la quale ha il conto lo ha avvisato che i prelievi erano andati a buon fine”.

“Resta da capire come questo sia potuto accadere – si chiede la responsabile dell’associazione consumatori della Cisl -. Il nostro assistito, infatti, assicura di non aver mai fornito i propri dati per l’accesso o codici Otp, né tanto meno cliccato sui link arrivatigli via sms. Del resto, ha lavorato 38 anni in banca e non è certo uno sprovveduto”.

La banca ha respinto il reclamo

“Nonostante ciò, la sua banca ha respinto il reclamo, con la motivazione che solo lui può avere comunicato dati riservati che erano nella sua unica disponibilità – osserva Cangini -. Ora si potrebbero dire molte cose sulla facilità con cui le banche, ogni volta che si apre una falla nei loro sistemi informatici, scaricano la responsabilità sui loro clienti, cioè tutti noi, ma non è questa la sede. Al nostro assistito per il momento non è rimasto altro che cambiare password e codici di accesso alle proprie carte, denunciare l’accaduto ai carabinieri e appellarsi all’arbitro bancario e finanziario”.

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