LECCO – Abbandonare marito e due figlie di 10 e 11 anni, prendere il figlio di 6 anni e partire da Lecco alla volta della Siria, dove si è arruolata nell’Isis. La protagonista di questa storia è Valbona Berisha, una donna albanese che viveva nella provincia di Lecco e che nel 2014 ha fatto perdere le sue tracce per diventare una foreign fighter dello Stato islamico sposando un terrorista macedone. La donna, 34 anni, è finita nel mirino dei carabinieri del Ros e dal gip di Milano, Manuela Scudieri. Nei suoi confronti è stata così emessa una ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale.
Il Corriere della Sera nell’edizione di Milano scrive che il marito, che vive a Barzago, ha provato più volte a contattare la donna, soprattutto per avere indietro il figlio portato con lei in Siria per farne un combattente dell’Isis:
“L’indagine del Ros, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal sostituto Alessandro Gobbis, ha ricostruito il percorso di radicalizzazione intrapreso da Valbona Berisha. In un contesto familiare non certo sereno, in quanto tra marito (muratore, di 13 anni più anziano) e moglie ci sarebbero stati dei contrasti, Valbona Berisha ha iniziato a «intraprendere un percorso di radicalizzazione» e dopo una vita in un certo qual modo «laica» ha cominciato a studiare in «modo esasperato» il Corano, indottrinata via internet da diversi imam e persone estremiste. L’analisi del materiale informatico rinvenuto dai carabinieri e sottoposto a sequestro ha consentito di rilevare una considerevole quantità di video di predicatori estremisti che incitavano al Jihad. Infine la donna ha deciso di partire per la Siria con il figlio piccolo, per sposare il suo indottrinatore e combattere al suo fianco. «Sono molti – ha evidenziato il capo dei Ros di Milano, il colonnello Paolo Storoni – i casi di matrimonio per procura, sembrano quelli dei nostri di immigrati di una volta. Quello dell’Isis è un contesto in cui ci si innamora via internet»”.
Poi la partenza, nel dicembre 2014: la donna prende contatti sul web col terrorista serbo Selimoviq Mendus, poi morto in combattimento nel febbraio 2015, e le acquista due biglietti aerei per lei e il figlio. Il viaggio per la Siria parte così da Orio al Serio e passa per il Kosovo e per Istanbul:
“Gli investigatori hanno tracciato anche l’itinerario seguito dalla donna per raggiungere la Siria, anche sfruttando appoggi nell’area balcanica: giunta in Turchia, si è unita a un nucleo familiare proveniente dalla Bosnia, anch’esso partito per portarsi in zona di guerra”.
La donna ha così cominciato l’addestramento per sé e per il figlio, che vuole far diventare “un futuro martire” e che in un paio di occasioni è riuscito a contattare il padre per chiedere aiuto:
“Il bambino, come emerge dalle intercettazioni, è riuscito a parlare un paio di volte con il padre al telefono, e ha descritto la madre come una combattente: «È vestita che sembra una ninja», dice il bambino, evidentemente pensando ai personaggi dei cartoni animati. Come è stato spiegato, in conferenza stampa dal capo dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, il bambino diceva al padre di voler tornare a casa per andare a scuola. «Qui ho paura perché ci sono gli aerei che lanciano le bombe», dice il bambino. «Le ho detto: andiamo da papà perché devo andare a scuola… Ma lei non mi lascia», si lamenta al telefono. Valbona è stata individuata con il figlio in un paese a 40 chilometri da Aleppo. Non si sa se i due siano ancora vivi”.