Aborto. Benedetto XVI: “I cattolici rifiutino leggi ingiuste”

La legge sull’aborto è un ingiustizia mascherata da «diritto». Benedetto XVI tuona così contro l’aborto durante l’omelia della messa del Crisma, celebrata a San Pietro oggi, 1 aprile. I cattolici non possono accettare le ingiustizie elevate a «diritto» e a leggi, prima fra tutte «l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati».Il Pontefice ha quindi incitato i cristiani a «rifiutarsi di fare ciò che negli ordinamenti giuridici non è diritto, ma ingiustizia».

Ma durante il rito in cui vengono benedetti gli olii dei sacramenti, tra cui quello del sacerdozio, cerimonia del giovedì santo dedicata pertanto alla missione dei preti, Papa Ratzinger non ha parlato dello scandalo della pedofilia che sta investendo la Chiesa.

«La lotta dei cristiani consisteva e consiste – ha detto il Papa – non nell’uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio. Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. Consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia».

E contro l’ingiustizia Benedetto XVI tira in ballo i martiri della Chiesa che hanno detto “no”  «respingendo la partecipazione al culto idolatrico, all’adorazione dell’imperatore, si sono rifiutati di piegarsi davanti alla falsità, all’adorazione di persone umane e del loro potere». «Innalzando – ha proseguito – il potere del diritto e della verità. Così hanno servito la vera pace. Anche oggi è importante per i cristiani seguire il diritto, che è il fondamento della pace».

Dal Duomo l’arcivescovo di Milano, cardinal Dionigi Tettamanzi, anche lui impegnato nell’omelia per la messa crismale, esprime vicinanza al Pontefice, al centro, nei giorni scorsi, delle critiche dei media internazionali per lo scandalo dei preti pedofili: «Vogliamo dire a Papa Benedetto XVI, specie in queste settimane e con particolare intensità di sentimenti, la nostra fede, la nostra preghiera e il nostro affetto».

«La celebrazione della Messa crismale – ha osservato – è il momento di grazia più alto a livello diocesano di questo anno sacerdotale, che vedrà la sua conclusione a Roma il prossimo 11 giugno attorno al Santo Padre, con la presenza anche di una delegazione del nostro presbiterio. E già sin d’ora – ha concluso – vogliamo dire a Papa Benedetto XVI, specie in queste settimane e con particolare intensità di sentimenti, la nostra fede, la nostra preghiera e il nostro affetto».

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