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Aborto, allarme ginecologi: “I non obiettori? Presto tutti in pensione”

di Lorenzo Briotti |22 Maggio 2012 23:28

ROMA  – Nei prossimi anni si corre il rischio che le strutture pubbliche non siano piu’ in grado di assicurare il servizio di interruzione di gravidanza perche’ i medici non obiettori appartengono per la maggior parte a una generazione ormai vicina alla pensione. E’ l’allarme lanciato da Mirella Parachini, vicepresidente della Fiapac (Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione), e da Carlo Bastianelli, docente di ginecologia all’Universita’ La Sapienza di Roma.

”Fra tre-quattro anni – ha spiegato Parachini intervenendo al convegno organizzato da Aied e associazione Coscioni sull’obiezione di coscienza in Italia – ci sara’ un crollo improvviso e non previsto dei medici non obiettori” perche’ ”si sta esaurendo una generazione che ha vissuto la legalizzazione dell’aborto un po’ anche sul piano ‘militante’ ”. La maggior parte dei non obiettori, solo il 30% di tutti i ginecologi italiani – mentre sono obiettori, quindi non praticano l’aborto 3.985 medici secondo l’ultima relazione al Parlamento sulla legge 194 riferita al 2009 – ”ha tra 50 e 60 anni e possiede un bagaglio tecnico che non ha ricambio generazionale – aggiunge Bastianelli – perche’ l’interruzione di gravidanza non viene piu’ nemmeno insegnata all’Universita’ ”. Ad esempio a Roma, osserva ”solo alla Sapienza c’e’ il servizio di Ivg, che peraltro e’ stato riaperto agli specializzandi dopo diversi anni di chiusura solo l’anno scorso”.

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