Aborto, il Lazio verso la riforma dei consultori: “Finanziamenti a quelli privati”

Riconoscere i consultori privati che già lavorano sul territorio, costituiti da associazioni familiari o che fanno capo a diocesi, al pari di quelli pubblici e finanziare con risorse pubbliche queste realtà, previo accreditamento. Per le donne che rinunciano all’aborto, con un reddito che non superi la soglia di povertà, si pensa ad un assegno di sostegno mensile, rinnovabile di anno in anno, fino al quinto anno di età del figlio.

Inizia oggi pomeriggio nella commissione primaria delle Politiche sociali della Regione Lazio la discussione sulla proposta di legge presentata da Olimpia Tarzia (Pdl), che vuole riformare la disciplina dei consultori nella regione, abrogando la legge regionale del 1976. La proposta ha suscitato le critiche dell’opposizione e di molte associazioni, sta appunto nel riconoscimento dei finanziamenti a queste realtà.

‘Non si tratta di istituire dei consultori privati – spiega Olimpia Tarzia – ma di riconoscere l’attività di servizio pubblico che svolgono quelli già operanti sul nostro territorio, dandogli piena dignità. Vi sono diverse decine di consultori, molti dei quali presenti a Roma, che svolgono queste attività. Tra questi ci sono sia quelli di ispirazione cattolica, sia altri laici promossi da associazioni familiari e di tutela della donna”.

La proposta di legge, in cui si indica espressamente che la Regione tutela la vita nascente e il figlio concepito come membro della famiglia, prevede tre tipologie di consultori familiari: quelli ”gestiti da asl, comuni, ed enti pubblici; quelli gestiti da associazioni familiari; e quelli facenti capo a strutture private lucrative”. Per quanto riguarda l’aborto, il testo prevede due strade: la donna o la coppia che si presentano per un aborto verranno ascoltati e gli si offriranno varie soluzioni, anche di sostegno economico, sociale e giuridico. Se la donna vuole comunque procedere con l’aborto, allora scatta quanto previsto dalla legge 194.

Per la donna con un reddito che non superi la soglia di povertà, si pensa ad un assegno di sostegno mensile, rinnovabile di anno in anno, fino al quinto anno di età del figlio. E’ inoltre prevista la costituzione di un comitato bioetico per la valutazione dei servizi consultoriali pubblici in conformità alle norme bioetiche.

Gestione cookie