Abruzzo, false licenze Ncc a Roma: 14 arresti, indagati sindaci e assessori

Abruzzo, false autorizzazioni Ncc: 14 arresti, indagati sindaci e assessori

PESCARA – False autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (N.c.c.) rilasciate con la compiacenza di alcuni amministratori locali. Una maxi-inchiesta della polizia stradale, in Abruzzo, ha portato all’arresto di 14 persone tra le quali risulta anche il sindaco di Turrivalignani (Pescara), Roberto Di Cecco. Su 305 comuni 211 sono stati controllati e in 65 sono emerse, secondo gli inquirenti, gravi irregolarità. Sono in tutto 295 le persone iscritte nel registro degli indagati: tra loro 31 sono sindaci, assessori e comandanti dei vigili urbani. Le ipotesi di reato contestate sono per “corruzione in concorso e per associazione a delinquere”, a carico degli organizzatori.

Il servizio Ncc si rivolge ad un’utenza che richiede il trasporto, a tempo o a viaggio, senza limite territoriale. Ma l’inizio o la fine del servizio deve avvenire all’interno del territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione e lo stazionamento dei mezzi in apposita rimessa. Per il rilascio dell’autorizzazione l’amministrazione comunale è tenuta ad aprire un bando di concorso pubblico, previa individuazione di alcuni criteri da parte della Regione che il Comune deve rispettare.

Ma nei 65 enti abruzzesi, risultati irregolari agli occhi della polizia stradale, venivano rilasciate autorizzazioni in numero tale da non essere giustificabile rispetto ai criteri previsti. Detto più semplicemente: erano troppe e consentivano di svolgere l’attività in altre città, ad esempio a Roma, creando concorrenza sleale nei confronti di chi ha superato bandi più stringenti come quello pubblicato nella Capitale. Per essere autorizzati, infatti, secondo quanto accertato dalla polizia, era sufficiente indicare, con una falsa dichiarazione, di avere una rimessa in Abruzzo, in realtà inesistente. Bastava pagare poche centinaia di euro e il gioco era fatto.

Il sostituto procuratore Barbara Del Bono della Procura di Pescara, parla di “un sodalizio criminale con una stabile organizzazione e con una precisa ripartizione dei compiti tra gli associati”. Il sindaco di Turrivalignani è accusato di aver rilasciato un numero ingente di autorizzazioni, avendo individuato un’area comunare destinata a rimessa e per il cui uso bastava versare un canone annuo di 400 euro.

Questo il meccanismo “fraudolento” come descritto dagli inquirenti:

I componenti del sodalizio sono riusciti ad ottenere numerose autorizzazioni N.c.c. che confluivano direttamente alle società da loro gestite, svolgevano il ruolo di mediatori facendo ottenere ad altri autorizzazioni N.c.c. ricevendo, in compenso, ingenti somme di denaro. All’atto del rilascio dei titoli, il sindaco ometteva qualsiasi forma di controllo sul possesso dei requisiti da parte dei richiedenti.

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