ROMA – Bob Seldon Lady, l’ex agente della Cia condannato per il sequestro dell’imam egiziano Abu Omar avvenuto a Milano nel febbraio 2003, ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere la grazia. Lo riporta, nella sua edizione online, Il Corriere della Sera, che ha ricevuto copia della lettera inviata da Lady al capo dello Stato.
Nella missiva, l’ex agente Cia chiama in causa “alti membri del governo italiano” che avrebbero collaborato con gli Usa.
Mercoledì Lady ha inviato una lettera al Capo dello Stato chiedendo la grazia, già concessa al colonnello statunitense Joseph Romano, anche lui condannato insieme ad altri 22 agenti della Cia. “Rimpiango la mia partecipazione in qualsiasi attività che potrebbe essere considerata contraria alle leggi vigenti in Italia”, scrive Lady, sostenendo di essere “sempre stato informato che le mie attività erano in conformità con le leggi statunitensi, italiane e internazionali, ed erano autorizzate da funzionari molto alti”.
Lady quindi chiede scusa al presidente della Repubblica e al popolo italiano “per la tensione che questa linea di condotta ha causato nelle relazioni bilaterali tra l’Italia e l’America” e chiede “un perdono personale e legale”. “Il mio caso – sottolinea ancora l’ex agente Cia – è unico tra tutti gli imputati. Io sono l’unico imputato che sia oggetto di un mandato di cattura internazionale emesso dall’Italia. L’Italia cerca il mio arresto in tutti i paesi, con l’eccezione di quello mio, cosa che di per sé deve essere una violazione dei miei diritti umani. O io sono un criminale dappertutto, o dovrei non essere un criminale in nessun posto”.