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Acciaierie Venete, operaio racconta l’incidente: “Colpito dagli schizzi di metallo fuso. Sono un miracolato”

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Acciaierie Venete, operaio racconta l’incidente: “Colpito dagli schizzi di metallo fuso. Sono un miracolato”

ROMA – “Ho sentito un botto e quando ho alzato la testa c’era fuoco dappertutto”. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play] Simone Vivian mostra il corpo ustionato al Corriere del Veneto. Il 34enne lavora alle Acciaierie Venete ed è stato coinvolto insieme ad altri tre operai nell’incidente di domenica 13 maggio. Due di loro ora lottano per sopravvivere.

Vivian ha ricostruito con il quotidiano l’accaduto, un episodio che attribuisce alla sfortuna, da tenere in conto quando si fa un mestiere come il suo.

“Le cause non le conoscono, c’è chi dice che un perno della gru di colata fosse difettato, chi sostiene si siano rotte le corde che sorreggono la struttura. Di certo c’è che la siviera si è rovesciata, scaricando tonnellate di acciaio fuso. I due operai che stavano lavorando lì vicino sono stati investiti prima dall’ondata di calore e poi dal materiale. Erano completamente bruciati. Avevano la pelle ustionata su tutto il corpo, si lamentavano. Poi li hanno intubati e portati in ospedale… Spero trovino la forza per combattere: devono sopravvivere. Non riesco neppure a immaginare cosa significherebbe, per tutti noi, tornare in fabbrica sapendo che non ci sono più”.

L’operaio si dice pronto a tornare al lavoro, perché non ha scelta: “Per guadagnarmi da vivere ho bisogno di lavorare”. La paura però resta.

“Lo so che episodi come questi sono inaccettabili. Però in acciaieria i macchinari vengono controllati periodicamente, si fa il possibile per migliorare i livelli di sicurezza. E allora, forse, è stata soltanto sfortuna» Un paio di settimane fa si sono rotte le funi della gru che stavo usando e ho rischiato grosso. La stessa cosa era accaduta un anno prima. Ma questi incidenti possono capitare a chi fa un mestiere come il mio: per quanto si investa sulla sicurezza, resta un lavoro pieno di insidie, dove si rischia la vita. La paga base è di 1.200 euro, che poi salgono grazie agli straordinari. Si lavora per due giorni di fila e il terzo si riposa, poi altri due giorni… E così via, per tutto l’anno, anche la domenica e i festivi. Ultimamente faccio tra le dieci e le dodici ore al giorno: inizio intorno alle 6 del mattino e torno a casa alle 7 di sera. In questo modo arrivo a guadagnare circa 1.700 euro al mese”.

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