Acea, Marino caccia Caltagirone e rinnova i vertici con Tomassetti e Irace

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2014 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Acea, Marino caccia Caltagirone e rinnova i vertici con Tomassetti e Irace

Ignazio Marino (Foto Ansa)

ROMA – Ignazio Marino azzera i vertici di Acea, l’azienda pubblica dell’acqua e della luce, e “caccia” Paolo Gallo, fortemente sponsorizzato da Francesco Gaetano Caltagirone. Il nuovo presidente di Acea è una donna, Catia Tomassetti, che sarà affiancata da Alberto Irace, nuovo amministratore delegato.

Daniele Martini sul Fatto quotidiano scrive che Marino

“ha dato il benservito ai due vecchi capi, il presidente Giancarlo Cremonesi, e l’amministratore delegato, Paolo Gallo. E ha ridisegnato il consiglio di amministrazione riducendolo da 9 a 7. L’assemblea della società lo ha sostenuto su tutta la linea. La proposta di Marino ha ottenuto molto più del 51 per cento (la quota azionaria del comune). Con lui si sono schierati i piccoli azionisti e i fondi esteri esprimendo in totale un voto che ha lambito il 70 per cento”.

 

Al posto di Cremonesi e Gallo arriveranno la Tomassetti e Irace:

“Tomassetti, esperta di finanziamenti per il settore idrico, ha già lavorato ad alcuni progetti per l’azienda capitolina e anche per il comune di Reggio Emilia di cui l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è stato sindaco fino a 5 mesi fa. Irace ha avuto una parentesi da politico, sindaco Pds del comune campano di Castellammare di Stabia, è stato poi amministratore della fiorentina Publiacque quando consigliera era Maria Elena Boschi, ora ministro Pd per le riforme costituzionali”.

Un vero e proprio show in Comune, quello di Marino, scrive Giovanna Vitale su Repubblica:

“intervenendo personalmente su ogni punto all’ordine del giorno, prima ha provocato la decadenza del vecchio cda, quindi lo ha sostituito con uno più snello (7 membri anziché 9) e meno costoso. La presidente Tomasetti guadagnerà 120mila euro, il 70% in meno del suo predecessore; l’ad Irace 470mila, meno 41% rispetto a Gallo, che comunque resterà direttore generale. E poiché ciascun consigliere (Elisabetta Maggini e Paola Profeta per il Campidoglio; Giovanni Giani e Diane D’Arras per Suez; Caltagirone jr in rappresentanza del padre) non potrà incassare più di 26mila euro l’anno, la spesa per l’intero board scenderà da 2 milioni a 792mila”.

Tra le “vittime del taglio”, continua Repubblica, c’è anche Di Benedetto:

“Paolo Di Benedetto, marito dell’ex ministro Severino e consigliere uscente in quota Caltagirone. Il quale, sebbene sia il principale socio privato, ha perso un rappresentante mentre i francesi ne mantengono due: frutto, probabilmente, di un gentlemen agreement”.

La decisione di Marino non è stata presa bene né da Gdf-Suez, né da Caltagirone:

“«È possibile ridurre i costi senza tagliare il numerodei consiglieri. La posizione di Roma Capitale è dannosa per la società e per tutti i suoi azionisti», ha tuonato Gdf-Suez. «Non consente una equilibrata rappresentanza», la denuncia di Caltagirone”.

Ma Marino ha rivendicato quanto fatto:

“«Scelte nel merito, non per appartenenze politiche. È una bellissima giornata». Esulta pure l’avvocato Gianluigi Pellegrino: «La novità per Roma e l’esempio per l’Italia sono sotto gli occhi di tutti»”.