Achille Lollo è morto: fu l’unico condannato per il Rogo di Primavalle in cui morirono i fratelli Mattei

E’ morto all’età di 70 anni Achille Lollo, unico condannato per il Rogo di Primavalle, avvenuto la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973 in cui morirono i figli di Mario Mattei, segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano del quartiere romano. 

Quella notte del 1973 fu versato del liquido infiammabile sul pianerottolo davanti all’appartamento di Mattei, divampò un incendio che distrusse rapidamente l’abitazione. Mentre gli altri familiari riuscirono a salvarsi, due dei figli di Mattei – Virgilio di 22 anni e Stefano di 8 – morirono carbonizzati.

Per questa vicenda fu condannato, in via definitiva, a 18 anni di carcere Achille Lollo, , morto ieri a 70 anni nell’ospedale di Bracciano dove si trovava ricoverato. 

Rogo di Primavalle, Achille Lollo e gli altri 

Lollo, ex militante di Potere Operaio partecipò all’azione assieme a due altri militanti, Manlio Grillo e Marino Clavo. Dei tre, solo Lollo ha scontato alcuni anni in carcere. Grillo fuggì in Nicaragua e di Clavo si persero le tracce.

Per i tre l’estinzione della pena, prescritta attraverso un complesso meccanismo di calcolo, arrivò il 12 ottobre 2003. Nel 2005 il fascicolo venne riaperto dopo che in un’intervista Lollo riferì che all’attentato parteciparono altre tre persone, che vennero indagate per strage, ma la loro posizione fu archiviata l’anno successivo.

L’ex militante di Potere Operaio venne convocato a piazzale Clodio nel gennaio del 2011, dopo essere rientrato in Italia dal Brasile dove ha vissuto per molti anni, per essere ascoltato dall’allora sostituto procuratore capitolino Luca Tescaroli. Lollo, accompagnato dal suo difensore, si avvalse della facoltà di non rispondere.

Rogo di Primavalle, chi erano gli altri 3

L’interesse degli inquirenti a sentirlo era legato a quell’intervista in cui chiamava in causa, per la morte dei fratelli Mattei, altre tre persone: Elisabetta Lecco, Diana Perrone e Paolo Gaeta. Circostanza tuttavia smentita da Manlio Grillo.

Vista l’impossibilità ad approfondire i temi di quella intervista, la Procura ottenne l’archiviazione del fascicolo processuale soprattutto in virtù della scadenza dei termini (due anni) per lo svolgimento degli accertamenti nei confronti dei tre indagati, citati da Lollo.

Contemporaneamente gli inquirenti aprirono un nuovo fascicolo per proseguire le indagini nei confronti di Perrone, Lecco e Gaeta. Il nome di Lollo è tornato al centro del dibattito politico nel 2016 quando venne fuori la notizia della sua collaborazione con un blog vicino al M5S. Con le proteste di esponenti del centrodestra. 

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