ROMA – Sul Corriere della Sera, Adriano Celentano scrive e elogia Checco Zalone che, con “Quo Vado?”, sta battendo ogni record di incassi.
Un suo film «Cado dalle nubi», l’avrò visto sei o sette volte. Lo tengo da conto perché quando mi capita magari di essere un po’ stressato a causa di una eccessiva concentrazione sul lavoro, anziché prendere 5 gocce di Lexotan accendo il televisore, guardo quel film e alla seconda battuta già mi rilasso allegramente. Per cui Zalone è anche un efficace toccasana di cui le farmacie non possono essere sprovviste.
Per Celentano, Zalone è una “medicina che ci difende e ci rende immuni dalle gravi INFEZIONI che ci procurano le clamorose CAZZATE di un certo cinema internazionale, i cui ingredienti non sono altro che la solita VIOLENZA”. Ma come ha fatto il comico barese a conquistare il grande pubblico? Celentano ha la risposta:
Lui ha puntato in fondo all’angolo più remoto della nostra anima. Dove anche i cosiddetti «colti», sempre più assetati di potere, ne hanno purtroppo perso le tracce, le quali si identificavano con quella «sana ignoranza» che a nostra insaputa ci rende puri e quindi belli anche se brutti poi, nessuno lo è. Perché inevitabilmente, non essendo ipocriti, oltre che belli si è anche simpatici.
Celentano è contento per il successo di Zalone. Anche perché quest’ultimo lo considera il suo mito.
‘Sta volta avrei anche una ragione in più per avermi in qualche modo coinvolto in quella sua originale «prima Repubblica», un brano che lui stesso ha scritto, concedendomi l’onore, come più volte ha dichiarato, di essere io il suo mito. Ora se voi mi chiedete se sono contento è chiaro che sono contento. Poteva dirlo di un altro, e invece no, lui si è riferito proprio a me, anche nei gesti quando canta la canzone. Quindi non ci si può sbagliare. Sono io il suo mito