Afghanistan, commilitone Marchini: "Sempre pronto al lavoro"

CIAMPINO (ROMA), 14 LUG – ''Roberto era un professionista preparato serio e disciplinato, e anche un amico. Con lui siamo stati in missione in Libano e in Afghanistan''. E' quanto afferma il primo caporalmaggiore Salvatore Di Caccamo, commilitone di Roberto Marchini, il guastatore italiano rimasto ucciso martedi' in Afghanistan. Il militare sta attendendo all'aeroporto militare di Ciampino l'arrivo del feretro dell'amico.

Del collega scomparso il militare ricorda un episodio che testimonia l'attaccamento al lavoro del ventottenne originario di Viterbo: ''Stavamo lavorando a una recinzione in Libano. Nel corso del lavoro si e' ferito ad un braccio e naturalmente gli avevano assegnato dei giorni di riposo. A lui questo pesava, non voleva restare fermo una settimana. Voleva tornare subito al lavoro.

In Afghanistan era una persona sempre presente, bella – conclude il sottufficiale – su di lui si poteva sempre fare affidamento''. Il caporale Di Caccamo ha spiegato che la loro missione in Afghanistan e' quella, tra l'altro, di individuare eventuali pericoli sul territorio.

Gestione cookie