Agenzia delle Entrate sulle tracce degli 8mila vip italiani falsi residenti a Montecarlo

A Montecarlo il fisco italiano ha preso di mira gli 8mila italiani residenti. Tra loro molti imprenditori, finanzieri e campioni sportivi. Il graducato non sembra essere quindi più un paradiso fiscale. A raccontarlo è Angelo Mincuzzi sul Sole 24Ore. “Il Fisco è partito alla ricerca dei falsi residenti nella Rocca dei Grimaldi. Sta passando al setaccio le posizioni di tutti gli iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero”.

Montecarlo, Agenzia delle Entrate al setaccio dei conti degli italiani residenti là

Montecarlo è una delle mete preferite dei vip italiani. Nel piccolo stato che si affaccia sul mar Mediterraneo non si pagano imposte sui redditi. Gli italiani residenti dovranno ora dimostrare che vivono e operano davvero nel Principato. Dovranno insomma dimostrare di non aver cambiato la residenza solo per non pagare le tasse.

Monaco è solo il primo passo: toccherà poi ad altri paesi

Come scrive ancora Il Sole 24 Ore, Monaco è solo il primo passo: “Gli uomini dell’agenzia delle Entrate stanno lavorando anche sui nominativi dei residenti in altri paesi, come Lussemburgo (30.933 italiani secondo l’ultimo censimento Aire relativo al 2021), Dubai (10.795 contando anche gli altri Emirati), Svizzera (639.508) e Liechtenstein (1.824 italiani iscritti)”.

Ad agevolare il nuovo giro di vite è l’accordo firmato lo scorso 13 gennaio tra Fisco, Comando regionale della Lombardia della Guardia di Finanza e Comune di Milano. Ad aver cambiato la residenza sono infatti migliaia di persone che prima abitavano a Milano, la capitale economica del Paese.

Spiega Angelo Mincuzzi del Sole 24 Ore: “Il numero degli ex residenti a Milano che si sono iscritti all’Aire è salito dagli 80.140 del 2016 ai 93.230 del 2020, con un aumento del 12,6%. Di questi, 721 risultavano residenti a Montecarlo, altri 1.022 in Lussemburgo, 12.314 in Svizzera, 901 negli Emirati Arabi e 5 in Liechtenstein”.

Cosa prevede l’accordo sul Fisco firmato a Milano

Spiega Il Sole 24 ore che “il protocollo prevede una cooperazione rafforzata per il contrasto all’evasione fiscale con controlli mirati su particolari tipologie di ‘soggetti, attività e operazioni’, per consentire al Comune di Milano un’efficace segnalazione di fenomeni legati all‘evasione fiscale. Protocolli di intesa simili sono stati firmati con quasi la metà dei 1.506 comuni della Lombardia e rappresentano un passo importante per rendere più efficace la lotta all’evasione fiscale. Un ‘modello Lombardia’ che potrebbe essere presto replicato in altre regioni e con altri grandi comuni italiani, soprattutto per gli effetti positivi per le casse comunali a caccia di risorse”.

A Milano, già dal 2017 opera fra l’altro il “Pool latitanti fiscali” aperto dall’ex procuratore Francesco Greco.  

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