Terrorismo, la figlia di Moro: “La condanna non restituisce la giustizia. Il dialogo sì”

Agnese Moro (Foto LaPresse)

ROMA – “La condanna non restituisce giustizia. Il dialogo, invece, sì, seppur alla fine di lunghi percorsi personali”: è la lettura autorevole per esperienza che Agnese Moro, figlia dello statista democristiano Aldo Moro, dà del rapporto dei familiari delle vittime del terrorismo con gli stessi terroristi.

Agnese Moro, racconta Repubblica.it, ha parlato in occasione della serata dal titolo “Cercando la giustizia più in là” inserita nella Settimana Internazionale dei Diritti curata da Nando dalla Chiesa per il Comune di Genova e dedicata ai “Giusti”.

A Tursi per la prima volta la figlia del politico ha incontrato Franco Bonisoli, uno dei terroristi che parteciparono al sequestro del padre. Ora l’ex terrorista, scrive Repubblica, prende le distanze dalla lotta armata:  “Sbagliammo i metodi, ma restano validi i valori che hanno ispirato l’intenzione di cambiare il mondo. Ora resta la consapevolezza che di fronte ai familiari delle vittime ci vogliono forme di dialogo per alleviare il loro dolore. Noi ci sentivamo, anche se nel modo sbagliato, missionari che impegnavano completamente loro stessi: avremmo dovuto farli davvero i missionari, come i sacerdoti che sono andati nel Mato Grosso. Purtroppo pensavamo di risolvere, affermare il bene attraverso la violenza. Questo ci ha portato a debiti infiniti da pagare”.

Bonisoli ha raccontato del dialogo durante gli anni in carcere, con crisi profonde, e della consapevolezza però che, al di là della scelta “sbagliatissima” restano validi i valori che hanno ispirato l’intenzione di cambiare il mondo.

“Mi ha colpito il dolore che c’è dentro di lui”, h detto la Moro sull’ex membro della direzione strategica delle Br che rapì in via Fani a Roma il padre. Agnese Moro ha ricordato la grande tragedia italiana e “la necessità di capire l’umanità che c’è dietro quelli che si pensavano mostri. Perché la condanna non restituisce giustizia. Il dialogo, invece, sì, seppur alla fine di lunghi percorsi personali”.

“Io vorrei dare al disponibilità di essere insieme a chi ha perso qualcuno, ma anche a chi ha fatto un percorso per capire il dolore che ha cerato: si può rigenerare qualcosa anche dalle cose più brutte. Con tanta disponibilità e affetto”.

 

 

 

 

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