Albertazzi: “Proclemer voleva morire come Lucio Magri. Non l’ho aiutata”

Pubblicato il 26 Aprile 2013 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
Anna Proclemer (Foto Lapresse)

ROMA – Anna Proclemer voleva morire, voleva essere aiutata a morire. Come fece Lucio Magri, il giornalista che preferì l’eutanasia a una fine lenta e dolorosa. Ma mentre Magri si affidò a una clinica svizzera, L’attrice 89enne aveva chiesto al suo ex compagno Giorgio Albertazzi di aiutarla. Lui però racconta di non avercela fatta, preferendo rimanere vicino all’attrice per distrarla fino alla morte naturale, arrivata il 25 aprile.

”Era straziante nell’ultimo periodo, lei non sopportava il decadimento dei sensi, non ci vedeva più, non ci sentiva più. Voleva – racconta Albertazzi all’Ansa – che l’aiutassi a morire, me lo chiedeva continuamente, era disperata per non vedersi più come una volta. Ma io, che pure credo all’eutanasia, non ho mai considerato la cosa, era così lucida, mi sarebbe sembrato ancora più un delitto. E allora sa cosa facevo? La portavo a cena, si divertiva, tornava a sorridere e insieme meditavamo la scena del balcone di Giulietta e Romeo”. Aveva dovuto dire di no a Ferzan Ozpetek: il regista, rivela Albertazzi, ”aveva scritto per Anna una bella parte nel nuovo film Allacciate le cinture, ma lei si era resa conto di non farcela, così lui che l’adorava ha cancellato del tutto il personaggio”. Albertazzi ricorda quest’ultimo periodo, ”attimi bellissimi e struggenti ma anche momenti disperati”.