Alberto e Riccardo Ongaro in carcere poi assolti: “Mefedrone non è droga”

Alberto e Riccardo Ongaro in carcere poi assolti: "Mefedrone non è droga"
Alberto e Riccardo Ongaro in carcere poi assolti: “Mefedrone non è droga”

TREVISO – “Il mefedrone non è una droga”: i due fratelli trevigiani Alberto e Riccardo Ongaro vengono assolti dopo otto mesi di carcere. E’ quanto ha deciso il Tribunale di Treviso facendo affidamento sulla consulenza di due esperti che ha evidenziato come le sostanze sequestrate agli imputati (il mefedrone, il JWH-018 e l’MDPV) non rientrano nelle tabelle dedicate agli stupefacenti per cui le le condotte che vengono loro contestate non sono previste dalla legge come reato.

La notizia viene riferita sul Gazzettino da Giuliano Pavan, che scrive

“Il motivo del contendere nasce però dalla sentenza numero 32 della Corte Costituzionale che, ripristinando la distinzione tra droghe leggere e pesanti lo scorso 20 marzo, aveva anche dichiarato illegittimo il decreto Fini-Giovanardi che aveva ridisegnato quelle stesse tabelle di classificazione.

Un problema non da poco, almeno a livello processuale, che di fatto ha dichiarato non perseguibili gli Ongaro, i due fratelli di 25 e 22 anni (difesi dagli avvocati Francesco Murgia e Paola Brocardi) considerati il vertice di un’organizzazione che si sarebbe arricchita spacciando tra i giovani trevigiani questo nuovo tipo di droga sintetica e che per questo hanno trascorso otto mesi in carcere. Rimangono in piedi (processo in marzo) le accuse di detenzione di stupefacenti (0,6 grammi di cocaina) di minacce e di violenza privata per il solo Riccardo Ongaro”.

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