TORINO, 25 MAR – Ha sparato per uccidere l'uomo che la mattina del 21 marzo, a Torino, ha teso un agguato al consigliere comunale Alberto Musy nel cortile della sua abitazione in via Barbaroux: uno dei proiettili e' stato addirittura indirizzato alla testa. Lo ha accertato l'esame medico legale sulle ferite riportate dal consigliere.
Gli specialisti della polizia scientifica e della procura hanno ricostruito la dinamica dell'attentato confermando un'ipotesi formulata gia' a poche ore dal fatto: Musy ha tentato di disarmare l'aggressore, e questi gli ha sparato un primo colpi di pistola a bruciapelo.
Il consigliere, nonostante la ferita, ha tentato di fuggire lungo il cortile e di raggiungere l'androne, ma e' stato centrato altre tre volte. L'analisi ha inoltre dimostrato che la grave lesione alla testa e' stata provocata da un proiettile (e non da una caduta) che ha strisciato contro il cranio senza fratturarlo. La ricostruzione della dinamica e' considerata importante dagli inquirenti della procura per confermare la tesi secondo la quale l'assalitore si e' appostato per uccidere Musy.