MILANO – Tre amici alla Regione Lombardia. Roberto Formigoni, che è governatore da 20 anni. Pierangelo Daccò, imprenditore nella sanità e “risolutore di problemi”, secondo quello che ha detto ai pm, da altrettanti anni. A quanto pare Daccò prendeva il 25% dalle aziende sanitarie per “sbloccare” pratiche e pagamenti in Regione. Poi c’è Alberto Perego, coinquilino di Formigoni, compagno di viaggi e, secondo la ricostruzione di Repubblica e Corriere della Sera, destinatario di un milione da parte del governatore per l’acquisto di una villa in Sardegna. Perego è anche titolare di un’azienda, la Soges, con appalto in Regione.
Tra le spese di Pierangelo Daccò, l’imprenditore arrestato nell’indagine sui fondi neri, ora gli inquirenti stanno isolando ciò di cui avrebbe beneficiato il governatore lombardo. In particolare, al vaglio di chi porta avanti l’indagine, ci sarebbe una villa in Sardegna da 3 milioni di euro venduta al coinquilino di Formigoni, Perego. Villa per la quale il governatore avrebbe dato un milione all’amico. Sul Corriere della Sera e su Republica Perego viene definito “amico” o “coinquilino”. In effetti Perego e Formigoni (è quello che si legge sul Corriere) vivono insieme da vent’anni in una casa milanese assieme ad alcuni “Memores Domini”, ovvero laici ciellini riconosciuti dal Vaticano che vivono in castità, povertà, obbedienza e dedizione al Signore.
I Memores Domini si alzano presto la mattina per pregare, fanno i piatti a turno e poi ognuno si dedica alla sua attività, al suo lavoro. Daccò ha fatto mettere a verbale che “sono tutti miei amici”. E Daccò, a leggere la ricostruzione dei fatti sul Corriere, rientra nella vicenda della villa in Sardegna. Il governatore lombardo, che dichiara redditi per meno di 100mila euro l’anno, nella primavera del 2011 avrebbe dato 1 milione e 100mila euro a Perego. Il quale, passa una settimana, e li usa per pagare il mutuo e diventare al momento del rogito l’unico acquerente formale dell’immobile da 3 milioni. La villa, in Costa Smeralda, ha 13 vani e gli è stata venduta da una società riconducibile a Daccò. Una settimana dopo quel rogito, Daccò viene arrestato.
“Sono tutti miei amici”, fa mettere a verbale Daccò. Scrive il Corriere: “E con Formigoni non mancava mai Perego, nemmeno nel famoso capodanno 2010/2011 a Sain Martin, quello del volo privato da 100mila euro”. Perego gestisce, e possiede al 50%, la Soges, azienda di consulenza direzionale che il 18 gennaio scorso riceve un piccolo appalto in Rgione Lombardia da circa 26mila euro in 4 anni. In quest’inchiesta a Perego non viene contestato nulla. Nel 2011 venne condannato a 4 mesi per falsa testimonianza nell’inchiesta “Oil for Food”. Formigoni, non indagato, il 26 maggio ha precisato: “Se dimostreranno che Daccò ha ottenuto dei favori da me per le spese che aveva sostenuto, mi dimetterò”.
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