Alberto Stasi e la rinuncia all'eredità del padre: no risarcimento ai Poggi Alberto Stasi e la rinuncia all'eredità del padre: no risarcimento ai Poggi

Alberto Stasi rinuncia all’eredità del padre: niente risarcimento alla famiglia di Chiara Poggi

Alberto Stasi e la rinuncia all'eredità del padre: no risarcimento ai Poggi
Alberto Stasi rinuncia all’eredità del padre: niente risarcimento alla famiglia di Chiara Poggi

MILANO – Alberto Stasi ha rinunciato all’eredità del padre Nicola, morto nel dicembre 2013: una mossa che ha impedito ai genitori e al fratello di Chiara Poggi di ottenere il risarcimento milionario che il giovane era stato condannato a pagare.

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Dopo la morte del padre, Stati aveva chiesto l’inventario dei beni nella primavera del 2014 e poi ha omesso di accettare l’eredità. Secondo la difesa del giovane, il comportamento è stato dettato da una “totale dimenticanza dovuta alle condizioni di ‘stress’ in cui versava”, ma non la pensa così il gip di Milano Natalia Imarisio, che ha ritenuto anomala la condotta di Stati.

La sua rinuncia all’eredità infatti avrebbe impedito ai genitori e al fratello di Chiara Poggi di ottenere il risarcimento “ultramilionario” al quale era stato condannato in seguito alla irrevocabilità decisa nel dicembre 2015 dalla Cassazione nella sentenza con cui nel dicembre 2014 fu condannato nell’appello ‘bis’ a 16 anni di carcere per l’omicidio della sua ex fidanzata e a pagare i danni patiti.

Come si legge nel decreto di archiviazione del giudice, quella “anomalia” – Stasi, nel maggio di quattro anni fa, sette mesi prima la sentenza di secondo grado, avrebbe “omesso di accettare l’eredità” entro il termine di 40 giorni dopo la chiusura del cosiddetto inventario dei beni lasciati dal padre – risulterebbe “sospetta, anzitutto proprio per la coincidenza temporale con quella grave pendenza giudiziaria che appunto, e ben giustificatamente, i pensieri di Alberto Stasi doveva costantemente occupare e che avrebbe potuto comportare anche una pesante condanna risarcitoria in favore delle parti civili. Non solo – prosegue il gip Imarisio – la mancata accettazione dell’eredità appare verosimilmente come l’ultimo tassello di una raffinata serie di atti (…) non certo improvvisati ed ascrivibili a soggetti privi di assistenza legale ed in condizioni di stress tali da far dimenticare l’importante scadenza per l’accettazione di una consistente eredità”.

Alberto nel procedimento milanese ora archiviato, nonostante l’opposizione dei Poggi, rispondeva anche di falsa dichiarazione a pubblico ufficiale per aver detto al notaio incaricato dell’inventario “di non essere nel possesso dei beni” lasciati dal padre. Il giudice per questa seconda accusa non ha ravvisato il dolo mentre “risulta fuori dal perimetro di possibile rilevanza penale” la vendita della villa degli Stasi a Spotorno, nota località di villeggiatura in Liguria, all’ex sindaco Margherita Robatto, cessione “regolarmente disposta” dall’unico proprietario dell’immobile, cioè la madre dell’ex studente bocconiano, Elisabetta Ligabò e avvenuta nel gennaio del 2017, subito dopo, come hanno fatto notare i genitori di Chiara nel loro esposto, il fallimento della mediazione tra le parti obbligatoria nel contenzioso civile in corso.

Oltre ad archiviare l’indagine il gip Imarisio non ha accolto la richiesta della difesa di Stasi di trasmettere gli atti in Procura ipotizzando il reato di calunnia nei confronti dei Poggi per via di alcune “deduzioni” esposte nella denuncia presentata tempo fa, “trattandosi evidentemente di legittima esposizione all’autorità giudiziaria di fatti pacificamente lesivi dei loro diritti patrimoniali e, almeno di massima, pacificamente corrispondenti al vero”.

 

 

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