Alcoa, sciopero della fame: operaio in ospedale

PORTOVESME, 23 MAR – Al quinto giorno di sciopero della fame si e' arreso. O meglio, l'hanno fatto arrendere. I suoi colleghi, preoccupati per lo stato di salute hanno chiesto l'intervento del 118 e l'hanno fatto accompagnare all'ospedale Sirai di Carbonia dove e' stato ricoverato. Si e' conclusa in questo modo, con grande spavento e preoccupazione per gli altri operai la protesta portata avanti da lunedi' da un operaio dell'Alcoa davanti allo stabilimento di Portovesme.

L'uomo, figlio di un vecchio minatore, si era sistemato davanti all'ingresso della fabbrica con una tenda e aveva iniziato a fare lo sciopero della fame. ''Questa mattina abbiamo visto che le sue condizioni stavano peggiorando – racconta Bruno Usai, della Rsu Cgil – abbiamo chiesto l'intervento del 118 e dopo la visita e' stato disposto il suo trasferimento in ospedale dove e' stato trattenuto precauzionalmente''. L'operaio, 40 anni, moglie e due figlie, aveva iniziato a protestare per ''dare un contributo alla vertenza in corso e magari – aveva detto – dare un futuro anche alle figlie'.

Tra i segretari delle organizzazioni sindacali c'e' molta apprensione. ''Siamo molto preoccupati per la piega che sta prendendo questa vertenza – dice Rino Barca della Fim Cisl del Sulcis Iglesiente – anche perche' non ci sono certezze su quanto succedera' martedi' prossimo, 27 marzo, durante l'incontro al ministero dello Sviluppo economico''. Al termine di un'infuocata assemblea svoltasi nel pomeriggio e' stato deciso che ognuno dei 300 componenti delle delegazione che raggiungera' Roma portera' con se la scheda elettorale, disposto a bruciarla se non saranno rispettati gli impegni presi.

La cronaca degli ultimi giorni, intanto, e' stata costellata da episodi di protesta isolata. Qualche minuto dopo la mezzanotte di giovedi un operaio, con il viso travisato, si era incatenato davanti all'ingresso della centrale Enel di Portovesme (situata dall'altra parte della strada rispetto all'ingresso dello stabilimento Alcoa) minacciando di darsi fuoco. La protesta era terminata due ore piu' tardi dopo l'intervento dei colleghi che erano riusciti a strappargli di mano una bottiglia di alcool. Martedi' notte, invece, un'altro lavoratore Alcoa si era arrampicato su un traliccio dell'alta tensione, situato a fianco all'ingresso della fabbrica. Anche in quell'occasione c'era voluta la mediazione dei colleghi e dei sindacati per bloccare la protesta. Lunedi' sera, invece, era cominciato lo sciopero della fame di ''Collega'', come ha scelto di farsi chiamare, l'operaio che questa mattina e' finito all'ospedale. La settimana scorsa c'era stata l'occupazione della sottostazione Enel di Monteponi alla periferia di Iglesias.

Tutti gli occhi dei lavoratori, che questa sera si sono riuniti in un'accesa assemblea sono puntati ora sull'appuntamento del 27 marzo al Ministero dello Sviluppo economico a Roma.

Gestione cookie