FERRARA – Il gup del tribunale di Mantova ha rinviato a giudizio per diffamazione a mezzo stampa Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto il 25 settembre 2005 durante un intervento della polizia. La querela era stata presentata dal pm Maria Emanuela Guerra.
”Non avrei mai immaginato – dice Patrizia Moretti – di ritrovarmi imputata per aver criticato chi non aveva fatto le prime indagini sulla morte di mio figlio. I giudici hanno deciso per il processo, lo faremo, e cosi’ come lo avevano fatto a Ferrara a Federico, ora lo faremo noi al magistrato che mi ha denunciata”. L’udienza preliminare è durata nemmeno un’ora davanti al Gup Villani che ha rinviato a giudizio anche due giornalisti e il direttore della Nuova Ferrara per il processo che si terrà il primo marzo 2012.
Il pm Celenza in aula ha rinnovato la richiesta di rinvio a giudizio, nonostante le difese avessero prodotto copiosa documentazione su tutte le sentenze del caso Aldrovandi, Aldrovandi bis e atti del Csm che aveva valutato l’operato della pm Guerra. ”Il processo non ci spaventa, sarà la stessa dottoressa Guerra il nostro principale teste a discarico, mi dispiace per Patrizia e per i giornalisti che non lo meritano”, ha detto l’avvocato Fabio Anselmo, difensore della madre di Federico.
Il legale nella sua arringa ha sottolineato che le stesse affermazioni sulle indagini della pm Guerra, indagini che vennero attivate solo quattro mesi dopo la morte di Federico e dopo il blog aperto dalla mamma, è ”un fascicolo ancora vuoto” (questa l’affermazione per la quale è incriminata la madre) sono le stesse riproposte nel docufilm di Filippo Vendemmiati, giornalista Rai, che verrà premiato a maggio dal presidente della Repubblica Napolitano.
”Un filmato che non è stato querelato” ha sottolineato l’avvocato in udienza. Presente in aula il legale del magistrato l’avvocato Giovanni Flora che si e’ limitato a sottolineare che non essendo parte civile ma solo parte offesa non aveva diritto di parola. Il difensore della Nuova Ferrara avvocato Gianolio ha sottolineato al giudice ”che un magistrato dovrebbe avere sempre equilibrio e che in questa vicenda purtroppo mi pare sia mancato”.
”E’ assurdo tutto questo – ha commentato ancora Patrizia Moretti – A pensarci bene non ho ancora capito per quale motivo debba sostenere un processo come imputato. Solo per aver criticato come mio diritto l’operato del magistrato che si occupò della prima parte dell’inchiesta sulla morte di mio figlio, critiche che ho potuto fare per fatti appresi durante le inchieste e i processi condotti da altri magistrati”.
”Voglio ricordare – conclude patrizia Moretti – che questa inchiesta era stata conclusa da un altro magistrato il pm Nicola Proto che ha portato a processo e fatto condannare i quattro poliziotti per la morte di Federico”. E’ stato rinviato a giudizio anche un giornalista il cui nome non compare in nessuno degli articoli incriminati.