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Aldrovandi, l’imputato negò le riprese: denunciati operatori tv

di Maria Elena Perrero |26 Gennaio 2012 19:40

FERRARA – Inquadrarono e mandarono in onda le immagini, riprese al processo di Ferrara per la morte di Federico Aldrovandi, di uno dei quattro poliziotti imputati che non aveva acconsentito alle riprese. Il poliziotto ha denunciato sei tecnici che lavoravano per Mediaset (Studio Aperto) e Rai (Tg3), che ora sono sotto processo a loro volta. E' questo l'ennesimo strascico giudiziario del processo Aldrovandi.

Questa volta tocca agli operatori televisivi che realizzarono riprese nelle aule del processo e ai montatori di quelle immagini finite sotto processo a Ferrara, per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell'autorita'. Sei tra operatori e montatori che lavoravano per Mediaset e Rai sono sotto processo davanti al giudice Diego Mattelini, denunciati da uno dei poliziotti imputati (e poi condannati), Paolo Forlani, che non aveva acconsentito a farsi riprendere in aula.

Le riprese erano state decise dal giudice del processo Francesco Caruso, con la clausola di non autorizzare le riprese di coloro che le negavano. E cosi' ora sotto processo sono in sei: Andrea Pavani e Pierpaolo Lo Conte, due operatori che lavoravano per conto di Rti, rete televisiva che produce Studio Aperto, tg di Italia 1, e quattro tra operatori e montatori di service esterni per conto del Tg3 Rai (regionale e nazionale): Riccardo Filippini, Enrico Cappellari, Alessandro Gulli e Gianluca Cestari.

I servizi incriminati andarono in onda tra 2007 e 2008, un servizio di Studio Aperto del 13 febbraio 2008 e cinque servizi di novembre-dicembre 2007 e febbraio-marzo 2008 del Tg3. Servizi in cui il poliziotto imputato era stato ripreso piu' volte e poi messi in onda cosi' da consentire agli utenti televisivi di riconoscere l'interessato, recita il capo di imputazione.

Altri imputati, tra cui diversi montatori, sono gia' usciti dal processo pagando un'oblazione: questa la pena per il reato contestato. E questa sara' la sorte giudiziaria degli attuali imputati, che alla prossima udienza del 18 maggio estingueranno il reato pagando appunto l'oblazione.

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