Alessandro Gassmann contro la festa clandestina e il contagio: e lo chiamano spia... Alessandro Gassmann contro la festa clandestina e il contagio: e lo chiamano spia...

Alessandro Gassmann contro la festa clandestina e il contagio: e lo chiamano spia… Lui su Twitter: “Denunciare o no?”

Alessandro Gassmann si ritrova con i vicini di casa che fanno una festa in tempi di lockdown o quasi, zona arancione per la precisione, e viene preso dal dubbio che, probabilmente, ha preso anche altri italiani in quest’ultimo anno di chiusure forzate e divieti violati: chiamare o no le forze dell’ordine?

La denuncia su Twitter di Alessandro Gassmann

E’ stato lo stesso Alessandro Gassmann a raccontare su Twitter il proprio dubbio: “Sai quelle cose di condominio quando senti in casa del tuo vicino, inequivocabilmente il frastuono di un party con decine di ragazzi? Hai due possibilità: chiamare la polizia e rovinarti i rapporti con il vicino, ignorare e sopportare, scendere e suonare”, ha twittato, accendendo il dibattito social. 

Alessandro Gassman, i follower che preferiscono ignorare

Alcuni dei follower di Alessandro Gassmann hanno promosso la strada del ‘farsi i fatti propri’, anche per esperienze precedenti: “Per aver fatto osservazioni ad un gruppo di ragazzini 14-15 anni che giocavano a pallone contro il condominio e senza mascherina mi hanno dato della cretina. Perciò per me chi è causa del suo mal pianga se stesso”, ha scritto un’utente.

E poi un’altra: “Anche nel palazzo di fronte al mio. Non sono d’accordo che si facciano feste di questi tempi e li trovo dei cretini, ma sbirra mai!”.

Alessandro Gassman, i follower che invitano a denunciare

Ma c’è anche chi ha difeso la linea del ‘metterci la faccia’: “Francamente chiamare le forze dell’ordine è la cosa più saggia. Io chiamerei chiedendo di restare anonimo per evitare rogne specie se ho famiglia, ma facendo il mio dovere di cittadino onesto e perché stanco di questa pandemia che prosegue solo a causa di cretini come codesti”. E poi ancora: “Bisognerebbe smetterla di aver paura di avere un senso civico, altrimenti saremo tutti complici di un mondo incivile e non potremo lamentarci”.

In molti, poi, hanno parlato di violazioni delle restrizioni nei rispettivi condomini: “Nel palazzo dove abito c’è una famiglia in quarantena perché positiva. Io non l’ho visto, ma la signora che abita nell’appartamento sotto al mio, dice di aver visto uscire il capofamiglia positivo da casa, ma non se l’è sentita di denunciare. Ecco se lo avessi visto io avrei telefonato”.

 

 

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